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Cronaca | 21 ottobre 2025, 15:18

Mezzanotte di fuochi in piazza Carducci, la protesta dei residenti

Boati e luci improvvise tra i palazzi e a due passi dall’ospedale

Mezzanotte di fuochi in piazza Carducci, la protesta dei residenti

Ancora una volta, a mezzanotte in punto, il cielo sopra piazza Carducci si è illuminato di fuochi d'artificio. Boati, luci colorate e applausi isolati hanno rotto il silenzio della notte, a pochi passi dall'ospedale Molinette. Un episodio che non sorprende più molti residenti: da mesi, in varie zone della città, scoppi improvvisi e scie luminose appaiono nel buio, senza che nessuno ne rivendichi la paternità o ne spieghi le ragioni.

Un rito o una bravata?

Sul web i torinesi si dividono: c'è chi parla di un "rito" legato a festeggiamenti privati, e chi sospetta invece un gesto di protesta simbolica o di sfida alle regole. Altri ipotizzano addirittura che si tratti di un fenomeno coordinato, una sorta di "firma" collettiva di gruppi che vogliono farsi notare, senza recare danni ma attirando attenzione.

“Segnali” dal mondo della notte

C'è però anche chi, nei quartieri più toccati dal fenomeno, legge in quei fuochi un messaggio ben diverso. Da tempo circola la voce — mai confermata dalle forze dell’ordine — che i botti segnalino l’arrivo di nuove partite di droga o l’inizio di movimenti notturni legati allo spaccio. Un'ipotesi che alimenta sospetti e paura, anche se per ora restano solo chiacchiere di strada.

Le proteste dei residenti

I cittadini, però, non ci trovano nulla di poetico. "È già difficile dormire in una città rumorosa – racconta Maria, che vive in via Nizza – ma sentire botti vicino all’ospedale, dove la gente soffre, è assurdo". Sui social, numerosi cittadini chiedono controlli e multe più severe, ricordando che i fuochi non autorizzati violano le ordinanze comunali e possono mettere a rischio anche chi li accende. Per ora, i fuochi restano un piccolo mistero - rumoroso, colorato e un po’ inquietante - che illumina la città quando tutti dovrebbero dormire.

ph.ver.

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