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Cronaca | 25 novembre 2025, 13:10

"Shahin libero: se torna in Egitto verrà torturato ed ucciso". Torino si mobilita per l'imam di via Saluzzo

Presidio in piazza Castello: ora l'uomo si trova rinchiuso a Caltanissetta

Torino si mobilita per l'imam di via Saluzzo

Torino si mobilita per l'imam di via Saluzzo

"Shahin libero, Shahin libero". È questo l'urlo che si alza in piazza Castello, dove questa mattina Torino per Gaza ha convocato un presidio per chiedere la liberazione di Mohamed Shahin. L'imam della moschea "Omar Ibn II Khattab" di via Saluzzo è stato prelevato, portato in Questura e solo pochi minuti fa si è saputo che si trova a Caltanissetta.

Chiesta protezione internazionale 

L'accusa? Aver partecipato alle manifestazioni Pro Palestina ed espresso posizioni molto forti di condanna verso Israele. Dopo la revoca del permesso di lungo soggiorno, ora rischia seriamente di essere espulso dall'Italia e rimandato in Egitto. Davanti al giudice ha chiesto la protezione internazionale.

 "Il Governo - hanno urlato dai microfoni - sta deportando una persona che verrà torturato ed ucciso dal regime dittatoriale di al-Sisi". Ad esprimere preoccupazione anche i suoi legali:  "Sappiamo bene il destino che aspetta il nostro compagno Mohamed, che fino a due sere fa dormiva con la sua famiglia: vive in Italia da 21 anni, ha due figli, non ha precedenti ed è incensurato".

"Ucciso se torna in Egitto"

"Come troppo spesso accade - ha aggiunto l'avvocato Gianluca Vitale - siamo in un altro momento di snodo fondamentale. Oltre a quello umano, - di un compagno sottratto alla sua famiglia, a cui viene contestato di aver espresso pubblicamente le idee che non sono gradite a chi è al governo- fino a pochi minuti fa non sapevamo dove fosse. In altre epoche si sarebbe parlato di desaparecidos. Se lui va in Egitto, sicuramente sarà torturato se non ucciso".

E sul palco si sono alternate testimonianze di amici ed istituzioni. "Un uomo innocente - ha detto l'imam Brahim Baya - sta per essere consegnato ad un regime. Mohamed è una delle figure più rispettate della città: ha aperto le porte della moschea a tutti. Un uomo di pace e di giustizia oggi si ritrova con un decreto di espulsione perché ha difeso Gaza e non ha la cittadinanza italiana, quindi è considerato attaccabile da questo Governo". 

"Sentenza di morte di Piantedosi"

"Il ministro Piantedosi - ha aggiunto - ha emesso un decreto di morte: sembra il regime cileno, argentino e fascista. La logica è di colpirne uno per educarne cento, ma noi oggi in piazza rispondiamo". 'Mohamed - ha aggiunto la capogruppo regionale di AVS Alice Ravinale - è un uomo di pace: il governo sta tirando l'ennesimo schiaffo a Torino".

A schierarsi accanto all'imam di via Saluzzo anche la Sala Rossa, per voce dei consiglieri Abdullahi Ahmed (PD), Ludovica Cioria (PD), Sara Diena (SE), Emanuele Busconi (SE) e Valentina Sganga (M5S). "Noi vogliamo ribadire che la libertà di opinione non è un reato, che una persona pacifica può manifestare senza aver mai danneggiato niente e nessuno. Chiediamo il rilascio immediato di Mohamed Shahin, un torinese pacifico, onesto, rispettoso e dialogante". 

Ed il presidente di Action Aid Italia Amajou, che ha preso parte alla missione della Global Sumud Flotilla, avverte: "se il 28 e 29 novembre non sarà uscito, siamo pronti a manifestare per lui".

Il senatore di Forza Italia Roberto Rosso ed il segretario provinciale Marco Fontana, dopo essersi schierati con il Governo, attaccano il Comune che continua a "flirtare ambiguamente con gli ambienti anarchici e pro Palestina legati ad Askatasuna".

"Dopo questa espulsione -proseguono gli azzurri - torniamo a lanciare un appello sulla realizzazione del più grande centro islamico con moschea ad Aurora. La cacciata dell’Imam per le sue posizioni di favoreggiamento del terrorismo islamico deve suonare per tutti come un campanello d’allarme".

Cinzia Gatti

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