Il Consiglio Regionale pronto a varare lo scorporo del Sant'Anna dalla Città della Salute, ma le opposizioni e la Rete +194 Voci dicono no. Oggi a Palazzo Lascaris prenderà il via l'iter di accorpamento del nosocomio dedicato alla salute della donna con il Regina Margherita.
Opposizioni contrarie
Un'operazione che riporterà quindi le due strutture sanitarie ad essere unite, come era fino ad un decennio fa. Una decisione sbagliata per l'ex primario Tullia Todros, già professore ordinario di ginecologia ed ostetricia: "Noi chiediamo che il Sant'Anna non venga scorporato dalla Città della Salute: per fare prevenzione serve un approccio multidisciplinare, soprattutto quando sono patologie complesse".
La proposta in discussione prevede quindi che l'ospedale per le mamme venga staccato amministrativamente dalla Città della Salute, mentre nel futuro sarà inserito nella stessa struttura del Parco della Salute in costruzione vicino al Grattacielo della Regione.
La replica
Sarà poi collegato con una passerella con la torre pediatrica del Regina Margherita. "Voglio rassicurare che il Sant'Anna - ha chiarito l'assessore alla Sanità Federico Riboldi - non sarà isolato, ma andrà a creare una nuova azienda con il Regina Margherita per migliorare la gestione e suddivisione della presa in carico".
Da tempo si dibatte come la Città della Salute sia troppo grande e quindi anche di difficile gestione. "Nella nuova casa miglioreranno - ha aggiunto l'esponente della giunta regionale - i percorsi disciplinari: non verrà lesa in nessun modo la medicina di genere. In parallelo viene valorizzato il percorso mamma-bambino".
"Quella che la Giunta porta oggi in Aula non è una semplice riorganizzazione tecnica, ma un’operazione politica che mette a rischio il progetto sanitario più importante degli ultimi trent’anni in Piemonte. Con la DGR 20-1709 si scaricano sulle categorie più fragili – donne in gravidanza e bambini – le conseguenze di una scelta improvvisata, finanziariamente opaca e clinicamente rischiosa. Il progetto di trasformare l’Ospedale Infantile Regina Margherita (OIRM) in un IRCCS autonomo, a cui si aggiunge l’incomprensibile accorpamento con l’Ospedale Sant’Anna, scorporandolo dal futuro Parco della Salute, è un’operazione che solleva gravi criticità economiche, cliniche e organizzative", denunciano i consiglieri regionali del Pd Mauro Salizzoni, Daniele Valle e Gianna Pentenero.
"Si chiede di approvare la nascita di un nuovo ente sanitario senza sapere quali passività erediterà e, soprattutto, quanto costerà. È una delega in bianco che viola la legge nazionale e che rischia di far partire la nuova azienda già in rosso. Inoltre, separare il Sant’Anna dalla rete integrata della Città della Salute significa spezzare un sistema che, oggi, salva vite ogni giorno - aggiungono gli esponenti dem - In caso di emergenza, le pazienti dovranno essere trasferite sotto sirena da un presidio all’altro: minuti preziosi che possono costare una vita".
Duro il commento anche di Alice Ravinale e Valentina Cera, consigliere regionali di AVS: "Ribadiamo che la delibera sullo scorporo del Sant'Anna da Città della Salute e sul suo accorpamento al Regina Margherita è un non-sense. Nella stessa delibera Riboldi cita in premessa l'importanza della centralizzazione dei servizi, approva lo scorporo, ma rinvia ad un successivo atto 'i criteri e le modalità di gestione', cioè esattamente quello che serve per procedere effettivamente con lo scorporo stesso".
"Continuiamo a ripeterlo: separare Ostetricia-Ginecologia dalle specialità medico-chirurgiche dell’adulto significa indebolire la medicina di genere, frammentare i percorsi di cura e creare rischi per la sicurezza clinica. Su questo Riboldi continua a dare rassicurazioni, ma vogliamo impegni concreti: per questo chiediamo, con emendamenti e con un ordine del giorno collegato alla delibera a prima firma Cera, di garantire la multidisciplinarietà a tutela delle donne", concludono le due esponenti della sinistra.
“Da un’azienda troppo grande, che fatica a governare costi e organizzazione, creiamo una struttura più snella, specializzata e sostenibile: mettiamo al centro del progetto le donne e i bambini – spiega Paola Antonetto, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – E’ una riforma che serve a dare risposte concrete ai cittadini, affrontando con coraggio una criticità storica dell’offerta ospedaliera torinese: le dimensioni eccessive della Città della Salute. Non è un mero riordino amministrativo, ma una scelta che guarda al futuro del sistema sanitario regionale”.





