Il legame Torino-San Pietroburgo come porta d'accesso privilegiato per (ri)costruire il rapporto tra l'Italia e la Russia. Ma forse un po' tutta l'Europa.
Il messaggio è stato lanciato dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, in occasione del forum che si è tenuto nella mattinata di oggi in città.
"Siamo nel pieno di un percorso che Torino e il territorio hanno intrapreso da anni, nel tentativo di creare rapporti con la Russia che non siano solo commerciali. Ma un ecosistema allargato che veda Torino, San Pietroburgo e un'area più ampia con punti in comune. A cominciare dall'automotive", sottolinea la prima cittadina. "Torino è e continuerà a essere capitale dell'auto e in questo ci sono grandi affinità con San Pietroburgo.
Ma un altro tema è quello del farmaceutico e biomedicale: partirà un investimento importante col Parco della Salute e anche in questo campo ci possono essere collaborazioni importanti". "È tempo di abbattere alcuni muri che ci sono attualmente con la Russia. E Torino può essere un punto di riferimento per tutto il Paese, da questo punto di vista".
Anche perché i numeri, in questo periodo, dimostrano come il Piemonte stia crescendo negli affari con la Russia (+6,7% export nei primi sei mesi 2018, sfiorando quota 310 milioni di euro di valore delle vendite), mentre Torino è in seria flessione: quasi un -15% a causa delle difficoltà dell'auto, ma anche una oggettiva frenata a causa delle "controsanzioni" che la Russia ha attivato nel recente passato.
Ma Torino resta centrale e vuole esserlo ancora di più. D'altra parte non mancano interessamenti russi in città, tra TNE, la Juventus e la Fashion week.
"Il nostro è un territorio molto strutturato e vocato sul manifacturing e sul food - ribadisce Vicenzo Ilotte, presidente della Camera di commercio di Torino - e confidiamo che si siano opportunità di ulteriore collaborazione. Qui da noi ci sono 155 imprenditori russi ed è una comunità significativa. Anche per questo abbiamo creato uno Sportello Russia per dare una consulenza gratuita a chi vuole entrare in quel mercato".
"A parte le aree di sofferenza - sottolinea Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia - ci sono altri settori su cui non abbiamo ancora puntato. Ma diventa complicato con le incertezze e le difficoltà che aleggiano sul futuro e i rapporti con la Russia. Tuttavia i numeri economici di Mosca sono positivi, sia come Pil che come produzione industriale e bisogna decidere dove vogliamo andare, perché altri Paesi nostri concorrenti come la Germania e non solo si stanno già muovendo e la Russia è un interlocutore importante verso Cina e Asia".