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Immortali | 18 settembre 2019, 07:00

Toro: grazie sta cippa!

Se c'è una squadra in difficoltà di classifica, che non vince da tempo, che ha problemi di gioco, basta che affronti il Torino e immediatamente trova nuova linfa con cui rinvigorirsi. Tre punti facili, non li neghiamo a nessuno

Toro: grazie sta cippa!

Niente, non c'è santo. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, è proprio vero.

Se c'è una squadra in difficoltà di classifica, che non vince da tempo, che ha problemi di gioco, basta che affronti il Torino e immediatamente trova nuova linfa con cui rinvigorirsi. Tre punti facili, non li neghiamo a nessuno.

Stavolta è toccato al Lecce, zero punti in due partite, cinque subiti a fronte di zero fatti, venire a sbancare l’Olimpico, che non chiamo “Grande Torino”, come dovrei, per rispetto agli Immortali. Rispetto che invece viene loro negato dai loro stessi indegni successori, che indossano la casacca granata senza averne minimamente assimilato i valori. E non mi riferisco solo a quelli che scendono in campo, sia ben chiaro.

Rigore escluso, zero tiri in porta nei primi quarantacinque minuti ed uno in totale in novanta. Contro una “neopromossa”, termine tanto caro a qualcuno, nel recente passato granata, ad indicare una inesperienza ed una povertà tecnico tattica, cui pagare dazio, il mister ha scelto di praticare un modulo ad una punta, perché nessuno riuscirà mai a convincermi che Berenguer sia un attaccante. Faccio anche fatica ad accettare l'affermazione che lui, ma non solo lui, sia giocatore di calcio.

Il Lecce manda in campo Babacar, ripeto, Babacar, non Lukaku, e il suo impatto sulla gara è devastante. Da noi entra Zaza ed il suo impatto è impercettibile.

Ma d'altronde rimane difficile schierare due punte, visto che in rosa non ci sono, due punte. Millico, che potrebbe essere la seconda, viene considerato troppo giovane e non tenuto in considerazione. Quanto agli altri, stendiamo un pietoso velo.

Però si sono impegnati...

E ci mancherebbe altro, che gente che percepisce ingaggi di questo spessore, non si sono impegnasse! Fatemi la cortesia, basta, una volta per sempre con questo “grazie lo stesso, ragazzi!”. Grazie sto c.

Se una equipe medica, cui è stato affidato un paziente per una operazione di routine, come avrebbe dovuto essere per il Torino la gara casalinga contro il Lecce, lo lascia morire sul tavolo operatorio, si giustificasse dicendo di “aver sudato il camice”, i parenti del defunto direbbero loro “grazie ragazzi” o li denuncerebbero per incapacità professionale?

La questione del “siamo destinati a soffrire, perché la sofferenza è scritta nel DNA granata”, è una rilettura travisata della realtà. Nel DNA granata è sempre stato inciso a sangue che i successi che abbiamo conseguito non c'è li ha regalati nessuno,  ma sono arrivati attraverso la sofferenza, non che si deve soffrire per non aver vinto!

A questo punto sarei curioso di capire se c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che è colpa di Nkoulou. Perché pare che quest'anno vada di moda dare la colpa di tutti mali a lui, a partire dalleliminazione contro il Wolverhampton e giù giù, fino all'uragano che devastato le Bahamas.

Adesso ci aspetta la Samp, a Genova. Compito arduo, ma non impossibile, a patto di ricominciare ad esserci con la testa. Perché è fin troppo chiaro che, al di là di carenze di organico evidenti, specie nel reparto avanzato, soprattutto se si hanno ambizioni di alta classifica, il problema da cui nasce questa inopinata ed indecorosa sconfitta, sta nella testa.

Si direbbe che, alla faccia del mitico “quarto d'ora granata”, sia subentrata una rassegnata inettitudine, una letargica indolenza, che rischia di sconfinare nel peggiore dei mali che può affliggere uno sportivo: avere la mentalità da perdente.

Speriamo che questa sconfitta dia una salutare scossa all'ambiente, in un momento della stagione che consente di riassorbire l’urto e porvi rimedio. Testa bassa e lavorare, con umiltà e determinazione; ecco la soluzione

Domenico Beccaria

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