Nel momento in cui il Governo decideva di "chiudere" la Lombardia e le province di Asti, Alessandria, Novara, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova e Treviso per contenere la diffusione del Coronavirus, a Torino migliaia di persone affollavano le zone della movida. Da piazza Vittorio a Largo Saluzzo, le istantanee di ieri sera sono le stesse: una moltitudine di ragazzi assembrati a bere e chiaccherare.
Se è vero che il popolo della notte si è ritrovato tutto all'aria aperta - e che i provvedimenti adottati sinora per evitare l'allargamento dell'emergenza sanitaria riguardano gli spazi chiusi come cinema, teatri e discoteche - le misure del "buon senso" valgono per tutti. Mantenere un metro di distanza, lavarsi spesso le mani, starnutire nel gomito, gettare il fazzoletto dopo averlo usato, non entrare in contatto con gli altri in caso di sospetto contagio. Su tutto poi evitare gli affollamenti, come visto ieri sera in centro Torino, San Salvario e Santa Giulia.
Negli scorsi giorni le discoteche di Torino - completamente chiuse a scopo cautelativo, con perdite di fatturato del 100% - avevano già lanciato l'allarme. "La nostra paura - avevano spiegato - è che i sacrifici della nostra categoria risultino inutile a fronte di misure insufficienti. Chiudere le sale da ballo e lasciare aperti gli altri locali del "sabato sera" significa solamente spostare il luogo del possibile contagio".