Ai tempi del Coronavirus, la scuola è uno dei settori maggiormente stravolti dall'emergenza sanitaria che, di fatto, ha tolto e toglierà ancora per diverso tempo gli alunni e gli insegnanti delle classi. Non potendo più relazionarsi tra loro fisicamente, bambini e genitori da una parte e insegnanti e dirigenti scolastici dall'altra, hanno dovuto accelerare i tempi della messa in pratica della didattica online al fine di garantire una corretta formazione.
Chi con le problematiche (e perché no gli aspetti positivi) della didattica online ci ha a che fare tutti i giorni è Lorenza Patriarca, consigliere comunale del Partito Democratico e dirigente dell’istituto comprensivo Tommaseo, in grado di offrire un doppio e unico punto di vista sulla questione.
“Non è un’operazione facile, abbiamo il dovere di non lasciare indietro nessuno. I problemi principali sono due: il divario tecnologico che c’è tra famiglie di alunni della stessa classe e l’organizzazione delle lezioni” spiega Patriarca. Sì, perché capita di frequente che vi siano famiglie con più figli e un solo computer o addirittura famiglie che un dispositivo elettronico per accedere alle lezioni online non ce l'hanno. L'istituto comprensivo Tommaseo ha poi deciso di organizzare le lezioni a piccoli gruppi, come raccontato dalla stessa dirigente: "Si immagini cosa vuol dire tenere l'attenzione di 25 bambini collegati online. Impensabile per un'insegnante avere il controllo. Ecco perché abbiamo deciso di dividere la classe in gruppetti, in modo che la lezione arrivi maggiormente e il professore abbia un maggiore controllo".
Decisivo, in tal senso, il ruolo degli insegnanti. Patriarca, rispondendo di fatto alle accuse mosse dai sindacati, ammette: “E’ evidente che non posso obbligare un professore. Non mi formalizzerei su alcuni dettagli burocratici come il registro firmato o meno. Dico che stiamo un momento terribile, ma allo stesso tempo straordinario: all’interno delle scuole c’è un fermento che solo chi è dentro riesce a percepire”. “Insegnanti che si formano, che si aiutano gli uni con gli altri per superare le differenze tecnologiche e che soprattutto si rendono conto di quanto gli alunni abbiano bisogno di loro”. Sebbene il Ministero non disciplini la materia, la consigliera, forte della buona organizzazione trovata tra i 170 docenti della Tommaseo, non sembra porsi il problema: “E’ normale, nessuno era preparato a un’emergenza del genere. L’unico suggerimento che posso dare è di pianificare senza fretta: ragazzi e insegnanti usciranno migliorati da questo momento, perché avranno imparato di più”. Giorno dopo giorno, gli istituti affineranno i metodi e si doteranno di tecnologie e strumentazioni.
Il sistema scolastico avrà a che fare ancora a lungo con l'emergenza Coronavirus. La sensazione è che per la didattica online serva pazienza e buonsenso: la pazienza di non affrettare i tempi, ma organizzarsi giorno dopo giorno per garantire agli alunni l'apprendimento e agli insegnanti le migliori condizioni di lavoro possibili e il buonsenso di non fossilizzarsi sugli aspetti burocratici, cercando di guardare con ottimismo agli aspetti positivi di questo momento tanto difficile quanto storico.
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