Sono circa 1.700 i senzatetto che nel 2017 hanno trovato accoglienza presso le case di ospitalità notturna di Torino. Un numero in crescita di anno in anno, come testimonia il confronto con quelli passati: nel 2012 erano 989, 1.097 nel 2013, 1.099 nel 2014, 1.358 nel 2015 e 1.450 nel 2016. La maggior parte delle persone accolte hanno tra i 40 e i 59 anni, in prevalenza sono stranieri anche se sono sempre di più gli italiani. Cifre di gran lunga inferiori a quelle di Milano, dove è stimata la presenza di quasi tredicimila clochard.
Una realtà complessa quella della strada, come è emerso nel corso del sopralluogo della IV Commissione alla Casa di Ospitalità Notturna di via Sacchi. La struttura è un primo punto di accoglienza e snodo per i senzatetto, data anche la vicinanza alla stazione di Porta Nuova. Qui hanno l'opportunità di farsi una doccia, sottoporsi ad una visita medica ed essere ascoltati. Se sono residenti a Torino possono alloggiare anche un mese, mentre solo una settimana se vengono da fuori. Chi è privo di documenti può comunque trovare ospitalità presso il rifugio della Pellerina, dove agli ospiti viene richiesto solo nome, cognome e telefono.
Spesso però i clochard preferiscono dormire per strada sia per paura, ma anche per un fattore economico. "C'è chi riesce a guadagnare", spiega Massimo De Albertis responsabile del servizio a bassa soglia "fino a 300 euro al giorno e ci racconta che di notte la gente è più generosa. Per questo preferiscono non venire nei dormitori". E i posti migliori, quelli sotto i portici del centro di Torino, sarebbero oggetto di una sorta di racket interno dove i più forti prendono le posizioni più ambite. Un tema complesso che, come ha evidenziato il Presidente della IV Commissione Antonino Iari, "verrà trattato a breve in una commissione consiliare, in modo da fare chiarezza anche sulla nostra coerenza politica".