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Economia e lavoro | 05 dicembre 2018, 10:00

Nel 2018 prosegue il calo della cassa integrazione, ma ottobre ha registrato un boom

Se nell'arco di dieci mesi il calo è stato di oltre il 19%, rispetto a settembre le ore di ammortizzatori richieste sono cresciute quasi del 341%. Cortese (Uil Piemonte): "Numeri che non lasciano tranquilli, insieme all'aumento della Naspi"

Nel 2018 prosegue il calo della cassa integrazione, ma ottobre ha registrato un boom

A poche ore dalla notizia di un anno di cassa integrazione per FCA a Torino, nell'ottica di realizzare le condizioni per accogliere i nuovi modelli (e in particolare la 500 completamente elettrica), i calcoli di Uil Piemonte registrano una diminuzione - nei primi dieci mesi del 2018 - del ricorso agli ammortizzatori sociali pari a un-19,1%.

Calo sì, ma ridotto (e pure di molto) rispetto al quasi -40% nazionale e che poggia su una richiesta che sfiora di qualche minuto i 23 milioni e 736mila ore. Cala ovviamente la cassa in deroga, per effetto delle ultime leggi in materia, mentre più ridotta è la contrazione della cassa straordinaria (-27,6%) e ancora più limitata è la diminuzione dell'ordinaria (-1,4%).

La media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 13.951 persone, con un calo di 3.057 unità rispetto all’anno precedente. Nonostante il segno meno, però, il Piemonte si conferma al secondo posto per richieste di ore di cassa integrazione, preceduto dalla Lombardia.

A livello geografico, l'andamento è molto differente tra regione e regione. Nei primi dieci mesi dell'anno, rispetto al 2017, è cresciuto il ricorso agli ammortizzatori per Verbania (+92,9%) e Cuneo (+55%). Di senso opposto - non solo in chiave aritmetica - gli andamenti registrati nelle altre province piemontesi: Torino -16,1%, Alessandria -31,5%, Vercelli -41,7%, Asti -48,8%, Novara -58,2% e Biella -61,6%.

Torino, con 13.665.802 ore richieste nei primi dieci mesi dell’anno si colloca al secondo posto tra le province più cassaintegrate d’Italia, dopo Roma.

Ma la tendenza si inverte, in maniera anche piuttosto robusta, se si confronta il mese di ottobre non con il suo "collega" del 2017, ma con chi lo ha immediatamente preceduto: rispetto a settembre di quest'anno, infatti, nella nostra regione la richiesta è stata di 3.355.124 ore di cassa integrazione, in crescita addirittura del 340,9%. Un dato, questo sì, che ricolloca il Piemonte al primo posto nella graduatoria tra le regioni.

“Dalla rilevazione dei dati relativi alle richieste di cassa integrazione si evince che le difficoltà provocate dalla grande crisi decennale sono lungi dall’essere superate - commenta Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte -. In particolare nel mese di ottobre si è registrata una forte recrudescenza che, coniugata con gli aumenti sensibili delle richieste di Naspi, non lasciano tranquilli per lo svolgimento dei prossimi mesi dal punto di vista occupazionale. Bisogna, perciò, apportare correttivi al sistema di ammortizzatori sociali, falcidiato dagli interventi degli scorsi anni. Inoltre, come richiesto unitariamente dal sindacato servirebbero, nella manovra di bilancio, investimenti pubblici ed interventi fiscali volti ad alleggerire la pressione sul lavoro dipendente e sulle pensioni”..

Massimiliano Sciullo

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