Un evento speciale si presenta in occasione della mostra #faccemozioni. Si tratta di "Un volto nella folla", realizzato dal Festival della Criminologia e dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, dal 17 luglio 2019 al 6 gennaio 2020.
L’incontro, fissato per sabato 15 giugno alle 18, sarà introdotto dal Direttore Centrale Anticrimine Francesco Messina: sarà l'occasione per presentare al pubblico SARI, il nuovo algoritmo specifico per il riconoscimento facciale e se ne analizzeranno i diversi utilizzi.
Tutti questi argomenti anticipano la mostra #FacceEmozioni, che, attraverso un racconto lungo 5 secoli, vede nel volto il più importante luogo di espressione dell’anima dell’essere umano, un percorso che si concentra sulle arti performative e si interseca con arte, scienza, tecnologia e comunicazione.
Ritratta, dipinta, scolpita, fotografata, filmata, «selfata». È la faccia. «Nella faccia c’è tutto», cosi diceva Cicerone. Il volto è un libro su cui si è tentato di leggere la personalità, il carattere, il temperamento e in qualche misura il destino di un essere umano.
Da secoli il volto è stato anche al centro delle storie giudiziarie. Valutare l’inclinazione al tipo di crimine che potrebbe commettere un individuo osservando la forma della sua testa e del suo volto, identificare il volto del colpevole descritto da un testimone oculare, affiggere locandine con i volti dei ricercati, capire se il sospettato stia mentendo mentre lo si interroga. Nonostante la forza probatoria del DNA e delle impronte digitali, ancora oggi nell’investigare sul crimine il volto è una targa, un codice, un numero di matricola per identificare un criminale. Il volto del criminale è sempre più spesso eternato da una delle innumerevoli telecamere che popolano il paesaggio contemporaneo.