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Attualità | 29 luglio 2019, 08:21

La Regione Piemonte sostiene gli educatori: "Chiediamo al Ministero l'equipollenza fino al 2018"

Il presidente della commissione alla sanità Alessandro Stecco presenterà una mozione in consiglio probabilmente già il prossimo 6 agosto

La Regione Piemonte sostiene gli educatori: "Chiediamo al Ministero l'equipollenza fino al 2018"

Novità incoraggianti per il mondo degli educatori professionali piemontesi. Il Comitato per l'equipollenza post 2005, durante l’ultimo presidio di fronte alla Prefettura di Torino, ha incontrato Alessandro Stecco, presidente della commissione alla sanità in Regione Piemonte, e il consigliere regionale Federico Perugini.

Come riferiscono gli educatori, i due esponenti della Lega “hanno accolto e compreso la situazione e sosterranno il Comitato richiedendo in tempi brevi una mozione in consiglio”, probabilmente già il 6 agosto, coordinandosi con i colleghi lombardi, che hanno già ottenuto uno slittamento. Inoltre, aggiungono gli educatori, “si faranno portavoce dell’equipollenza anche con il Ministero della Sanità. Siamo molto soddisfatti di questo incontro e attendiamo i risultati del loro impegno”.

Già lo scorso 29 aprile gli educatori si erano ritrovati in piazza Castello per chiedere a gran voce l’estensione dell’equipollenza del titolo fino al 2018, salvaguardando così i circa 700 professionisti attualmente messi a rischio dalla nuova legge di stabilità. E anche nel sit-in del 24 luglio non sono mancate le testimonianze di tanti da lungo tempo attivi nel settore, come Nicole, assistente di bambini sordi nelle scuole, Lorenzo, che lavora in una comunità di disabili psichici e autistici, e Alessio, impegnato nel reinserimento sociale delle donne vittima di violenza in una cooperativa per migranti. 

La questione si fa sempre più urgente – ha spiegato Silvia Galluzzo, presidente del Comitato –, anche perché molti di noi devono sostenere degli esami entro il 2020. L’accordo fatto con il Ministero, ad aprile, era di trovare un appoggio politico a livello locale e presentare quindi la modifica all’emendamento 539 della legge di bilancio”.

Abbiamo lavoratori nel sociale e nella sanità che potrebbero perdere il posto – ha continuato –. Il paradosso è che spesso le istituzioni si bloccano di fronte a delle leggi fatte in ritardo, con ripercussioni pesanti sulle persone”. Ma l’ultima apertura a livello regionale farebbe presagire sviluppi positivi.

Manuela Marascio

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