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Attualità | 13 giugno 2021, 09:08

I consigli dei carabinieri per scongiurare il rischio truffe per gli anziani

Le dieci regole suggerite dai militari dell'Arma

carabinieri e anziani

I consigli dei carabinieri per scongiurare il rischio truffe per gli anziani

Dalla tecnica della "cauzione"a quella della "perdita di gas' sono innumerevoli le strategie adottate dai malviventi per carpire la fiducia delle loro vittime. Per questo i carabinieri stanno distribuendo degli opuscoli nelle parrocchie e nei mercati di Torino e provincia e anche nelle 97 Stazioni e 3 Tenenze del Comando Provinciale per aiutare gli anziani a difendersi meglio dal rischio truffe.

Fanno leva sui sentimenti più profondi e viscerali, i truffatori del nostro tempo, come l'amore di una madre per i propri figli, ma anche sulla fragilità fisica e non solo di chi, come gli anziani, si sente ormai relegato ai margini di una società che non riesce più a capire, incapace di tenere il passo con un mondo che corre troppo veloce per gambe che hanno già raggiunto il punteggio più alto nel contapassi della vita. Uomini e donne a cui, a volte, può bastare un sorriso, un'attenzione rivolta senza chiedere nulla in cambio, per sentirsi disposti a concedere la propria fiducia a chi se ne finge degno. Inevitabile che vi sia chi, di tutto questo, tenti di approfittare, escogitando le strategie più varie per scalfire la naturale diffidenza delle proprie vittime. Subdole e fantasiose, le tecniche adottate dai truffatori hanno schemi ricorrenti: conoscerli è il primo passo per difendersene.

L'INCIDENTE.
Le giornate per la signora Rosa, scorrono tutte uguali. La sveglia alle 6,30, la passeggiata con il fox terrier Filippo, meteo e reumatismi permettendo, il pane e il latte fresco comprati al forno dietro l'angolo e poi a casa, tra un minestrone da far bollire e una lavatrice da caricare. Unica consolazione, in tanta solitudine, il pensiero dei suoi tre figli. Marco, che fa il rappresentante e lavora 24 ore al giorno; Marta,che di mattina insegna educazione fisica in una scuola e il pomeriggio allena i bimbi del suo quartiere a correre veloci come il vento; Irene,che a tutti i costi ha voluto indossare il camice di suo padre buonanima, e adesso si sfianca giorno e notte tra le corsie di un pronto soccorso. Tutti troppo impegnati, per passare del tempo con la loro anziana mamma. Ma a Rosa non importa: per lei è sufficiente sapere che i suoi ragazzi stanno bene. Ecco perché, quando una mattina riceve la telefonata di un Maresciallo dei Carabinieri, le sembra che la terra prenda improvvisamente a franare sotto i suoi piedi. La voce del militare è gentile ma ferma, mentre spiega a Rosa che suo figlio è rimasto coinvolto in un incidente.Nulla di grave, per carità, ma qualcosa è andato storto con l'assicurazione,e il ragazzo potrebbe trovarsi nei guai con la giustizia. Guai seri. Per Rosa sono attimi di puro panico. Ripensa all'ultima volta che ha sentito Marco, a come le era sembrato stanco, forse preoccupato. Magari non ce l'ha fatta, negli ultimi tempi, a far quadrare i conti, e alla rata dell'assicurazione ha dovuto rinunciare per pagare debiti e bollette... Il MaresciaIlo, da parte sua, la rassicura: una soluzione c'è. Basterà pagare una "piccola cauzione"; e il suo ragazzo sarà libero: altrimenti non resterà che trattenerlo in "camera di sicurezza". Il linguaggio è da cinema americano, ma Rosa non lo può sapere. Lei sa solo che suo figlio ha bisogno di aiuto. I tremila euro richiesti per la "cauzione" non sono uno scherzo, ma non importa: una piccola riserva di denaro Rosa la tiene sempre in casa; per il resto è pronta a precipitarsi alla Posta: un "avvocato", le assicurano, verrà a ritirare personalmente il denaro. Non è passata un'ora dalla telefonata del Maresciallo che Rosa è già uscita dall'ufficio postale, nella borsa i mille euro che ha potuto ritirare grazie all'intervento del Direttore della filiale, che la conosce da sempre. E sarà proprio lui, dopo aver congedato la cliente, a farsi delle domande. Cosa avrà spinto una donna a dir poco oculata, che vive della sua modesta pensione, a fare un prelievo così consistente? E perché gli è sembrata tanto agitata?
Del fenomeno delle truffe ai danni degli anziani è ben informato, anche grazie a una capillare campagna di informazione, e nel dubbio è ai Carabinieri che il Direttore si rivolge. Il Comandante di Stazione non minimizza. In un attimo è a casa di Rosa,che quando lo vede lo assale: come sta suo figlio, e quando arriverà l'avvocato a ritirare i soldi della cauzione? Il Maresciallo ci metterà del tempo a calmarla e a spiegarle il raggiro in cui è incappata,ma per Rosa il mondo smetterà di essere una barca alla deriva solo quando il militare riuscirà a rintracciare suo figlio, dimostrandole che nulla di male gli è accaduto. Non resterà a quel punto che aspettare la visita del sedicente "avvocato" e tendere la trappola. A rispondere al citofono, all'ora convenuta, sarà la signora Rosa, ma a ricevere il finto legale ci penseranno i Carabinieri...

L'AMICO DI FAMIGLIA. 
Giuseppe non ha voglia, oggi, di rimanere a casa. È vero, l'operazione alla cistifellea subita qualche settimana fa non ha ancora smesso di farsi ricordare con delle fitte improvvise, ma l'aria è dolce in questa mattina di metà autunno, e la tessera dell'autobus appena rinnovata è un invitante lasciapassare per il mondo. Per uscire basta una scusa: la spesa al mercatino biologico per comprare quel pane scuro che tanto piace a sua moglie, le medicine per la pressione da ritirare in farmacia. Per queste semplici commissioni gli basteranno un paio d'ore, poi di nuovo all'ovile, ad aspettare il rito del pranzo e del telegiornale. È proprio mentre sta per imboccare la via di casa, però, che si sente chiamare: «Signor Giuseppe, che piacere vederla, si ricorda di me?». Il pensionato non ha il coraggio di ammettere che no, non se lo ricorda affatto, quell'uomo che avrà più o meno l'età della sua figlia più grande. Ma quando quello gli dice di essere appunto un vecchio compagno di scuola della ragazza, rievocando i pomeriggi passati a studiare insieme, non ha difficoltà a crederci. Era brava a scuola, Silvia, anzi bravissima: normale che avesse sempre intorno tanti amici che desideravano fare i compiti con lei. E poi quel ragazzo che gli offre sorridente un caffè ha un'aria davvero per bene. E sincero sembra essere il suo imbarazzo quando Giuseppe gli chiede cosa faccia nella vita, costringendolo ad ammettere che le cose, a dire il vero, non gli vanno tanto bene. Il lavoro da assicuratore lo ha perso, e tirare avanti non è facile, con un mutuo da pagare e un figlio diversamente abile da tirare su. Si arrangia come può, anche vendendo capi d'abbigliamento porta a porta. Se anzi Giuseppe volesse dare un'occhiata alla merce che ha nel portabagagli... Non passa mezz'ora che la vittima si ritrova,senza sapere come, con in mano due dozzinali giacconi da uomo, 250 euro in meno sul conto in banca e nella mente una certezza: quell'uomo sua figlia non l'ha mai conosciuta, e lui non si capacita della facilità con cui si è fatto prendere in giro. Non faranno nessuna fatica a crederci, invece, i Carabinieri cui si rivolge subito dopo: di denunce simili, negli ultimi tempi, ne hanno ricevute in gran numero. Ma sarà grazie alla memoria fotografica di Giuseppe, che gli ha permesso di ricordare almeno in parte la targa dell'auto incriminata, che riusciranno a incastrare il responsabile di tanti raggiri. Lo troveranno in una Sala bingo, nella speranza di far fruttare, tentando la fortuna, il provento del suo ultimo colpo.

LA FUGA DI GAS. 
A mezzogiorno in punto Marisa ha già sbrigato le faccende che aveva previsto per la giornata: i mobili del salotto sono spolverati, i letto in cui dorme da sola dopo la morte del povero Attilio è fresco come le lenzuola lavate con l'ammorbidente, l'aspirapolvere l'ha passata in ogni angolo, a far brillare un parquet che era già così lucido da potercisi specchiare. E ora, mentre sul fuoco bolle il ragù che ha deciso di regalarsi per pranzo, può concedersi una mezz'ora di relax sulla sua poltrona preferita, una rivista in grembo e il telecomando a portata di mano. A buttare all'aria i suoi piani, però, arriva il suono del campanello: dallo spioncino Marisa vede due uomini con una casacca arancione, l'aria professionale e impaziente di chi non è lì per perder tempo. La donna apre senza esitare: nel condominio ci sono lavori in corso, e quei due ragazzi potrebbero aver bisogno di qualcosa. Sono due tecnici inviati dalla società del gas, le spiegano invece quelli, cortesi e affabili. È stata segnalata una fuga dal suo appartamento, continuano, e il loro compito è riparare il guasto. Marisa non stenta a crederci, accorgendosi che un odore pungente di gas è effettivamente percepibile. Non può sapere, la malcapitata, che sono stati propri i due sedicenti tecnici a vaporizzare, prima di suonare il citofono, il contenuto di una bomboletta per la ricarica degli accendini. Uno stratagemma quasi infallibile - i professionisti della truffa lo sanno bene - per carpire la fiducia delle loro vittime. Perché l'odore di gas fa paura, e la paura abbassa le difese; fino a farti mettere da parte ogni prudenza, permettendo a quei due uomini in arancio di perlustrare ogni angolo della tua casa, dando loro modo di mettere le mani anche in quei cassetti, scrigni e barattoli in cui gelosamente conservi quelle piccole cose di valore non quantificabile che raccontano tutta la tua vita. Nella trappola della paura cade anche Marisa, prima di rimanere sola e rendersi conto che, con la loro cassetta degli attrezzi, quei due bravi ragazzi si sono portati via anche tutto quel che, in casa, avesse un valore, dai gioielli di famiglia ai piccoli ninnoli d'argento. Ci vorrà un Carabiniere, che di storie simili ne ha già sentite tante, per spiegare a Marisa quello che è realmente accaduto. E per convincerla che in quella trappola sarebbe potuto cadere chiunque.
 
UN INSPERATO RIMBORSO. 
Per Concetta, detta Tina, il rito del tè delle cinque, in compagnia della vicina di casa Valeria, è un appuntamento irrinunciabile: una buona tazza accompagnata dai suoi amati biscotti al burro e qualche innocente chiacchiera sugli ultimi inquilini arrivati, sulla spesa che diventa sempre più cara, sui figli ormai grandi che si fanno vivi solo per Natale e compleanni. Un bel giorno, però, una scena inattesa viene a spezzare la monotonia di quel rassicurante copione. Il  suono del campanello annuncia l'arrivo di una signora distinta, che si presenta come addetta al controllo delle dichiarazioni dei redditi. Pare che nell'ultimo 730 ci sia stato un errore, le spiega, e per Tina  questo potrebbe significare un rimborso consistente. Per verificarlo, però, la sedicente impiegata, che nel  frattempo ha invitato Tina a congedare la sua amica («Sono faccende riservate», insiste) ha bisogno di controllare non solo le ricevute dei versamenti effettuati dalla contribuente, ma anche di visionare eventuali oggetti preziosi che le appartengono, così da poterli valutare e "portare in detrazione". Tina non sospetta nulla, concentrata com'è sull'insperata occasione; è così ansiosa di collaborare che quando l'impiegata, dopo aver soppesato un bracciale e un paio di orecchini d'oro, le chiede se non abbia qualche altro monile, le viene spontaneo telefonare alla figlia per consultarsi su cosa sia il caso di mostrare alla brava funzionaria. Per la sconosciuta è il momento di tagliare la corda: Tina non ha nemmeno il tempo di rendersi conto di quel che sta accadendo che la "signora dei redditi" è già con un piede fuori dalla porta, blaterando qualcosa su una telefonata urgente da fare e sul telefonino che non prende. Con la donna e la sua scia di profumo si volatilizzano anche i gioielli di Tina. Per lei, alla ferita di essere stata ingannata, si aggiungerà il disagio di raccontare tutto a sua figlia, all'amica, ai Carabinieri. Saranno questi ultimi a rassicurarla: Tina non è la sola ad essere stata truffata con simili modalità. E il problema non è lei o la sua ingenuità, ma la malafede di chi non ha esitato a rubarle, oltre all'oro, la dignità.

IL CONTO CHE NON TORNA. 
Umberto ha appena fatto un consistente prelievo di denaro dal suo conto Bancoposta. Una vecchia abitudine, quella di ritirare per intero o quasi la pensione, a fine mese, per poi tenerla sempre lì, in quel cassetto che fa da salvadanaio per lui e per la moglie Bianca. Nessuna preoccupazione lo sfiora, mentre percorre la strada verso casa col suo "gruzzolo" di un migliaio di euro nel borsello. Non è nato ieri, Umberto, e certo non è uno che si faccia derubare dal primo ladruncolo che capita. A questo pensa mentre, a pochi passi dall'ufficio postale, gli si avvicina un ragazzo, esibendo un tesserino di Poste Italiane. C'è stato un errore nel conteggio delle banconote appena prelevate, gli spiega; è indispensabile fare una verifica. Umberto, però, esita. Qualcosa, infatti, lo ha messo in allarme nell'atteggiamento di quel giovane che pure sembrerebbe tutto fuorché un predatore di pensioni altrui. Nella mente del pensionato è affiorato un ricordo: non è passato molto tempo da quando la moglie, una domenica, lo ha costretto a seguirla in parrocchia. Il suo amato Don Giulio, preoccupato per alcuni casi di truffe che avevano visto coinvolti alcuni anziani della sua comunità, aveva invitato il Comandante della vicina Stazione per parlare ai parrocchiani e metterli in guardia da un fenomeno ormai
impossibile da ignorare. E tra i casi che il militare aveva citato, ce n'era uno simile al suo, finito con il pensionato che, una volta a casa, si era ritrovato a contare banconote false. Per Umberto, a quel punto, non ci sono dubbi sul da farsi: fingendo di aprire il borsello per prendere le banconote, estrae invece il telefonino e, con una fermezza che stupisce prima di tutti se stesso, si rivolge al sedicente impiegato: «Mi dispiace, ma questa volta ti è andata male. Se non giri alla larga, chiamo i Carabinieri». Il giovane non se lo fa ripetere due volte. Il tempo di un Padre Nostro e si è dileguato. A Umberto non rimarrà che correre alla Stazione dell'Arma per raccontare tutto e fornire ai militari ogni informazione utile a rintracciare il truffatore mancato.
 
C'E' POSTA PER LEI.
Giovanna ha due figlie ultraquarantenni e un genero, Andrea, che considera come il maschio che non ha mai avuto.Ha la passione per i computer, Andrea,e non è infrequente che faccia acquisti on line facendosi poi recapitare il pacco all'indirizzo della suocera, l'unica a trascorrere in casa la gran parte della sua giornata. Per questo non si sorprende più di tanto quel giorno in cui, mentre sta per rientrare dopo essere andata alla posta a prelevare la pensione, un uomo le si avvicina dicendole che ha una consegna urgente per "suo figlio". A quell'errore non fa caso, in tanti lo commettono, vedendo l'affetto che la lega al genero. Solo un dubbio la sfiora: normalmente Andrea la avverte quando è inattesa di una consegna, pregandola di non uscire prima di averla ricevuta. Ma chissà, magari questa volta non ne ha avuto il tempo, o semplicemente gli è passato di mente. Così Giovanna non ci pensa due volte a farsi
lasciare quel plico che per di più deve essere anche pagato: 500 euro la "modica" tariffa, cui si aggiungono i 25 della consegna. Per fortuna ho appena preso la pensione, si dice Giovanna, prima di lasciare andare via il corriere e di accorgersi dell'insolita leggerezza di quello scatolone che pure, a giudicare dal prezzo, deve contenere qualcosa di prezioso.
Una telefonata alla figlia e quindi una al genero chiariranno il mistero: quella consegna non s'aveva da fare. E le certezze di Giovanna che si reputava una donna anziana sì, ma ancora in gamba, e certo poco incline ad essere raggirata, si sgretolano come i trucioli con cui è infarcito il "pacco" che le hanno rifilato. La rabbia che prova si placherà solo quando saprà che, dopo la denuncia da lei sporta ai Carabinieri e grazie alla descrizione che ha saputo fare del "corriere" e del suo aspetto, il truffatore è stato arrestato. Prima che derubasse un altro anziano del bene più prezioso: l'autostima.
 

COME DIFENDERSI
I CONSIGLI DELL'ARMA PER TUTELARSI DA TRUFFE E RAGGIRI


Che al centro di truffe di ogni genere siano soprattutto le persone "di una certa età" non deve stupire: spesso sole in casa, ben disposte anche verso chi non conoscono, attratte da false novità abilmente prospettate, si lasciano coinvolgere da proposte ed iniziative che definire rischiose non è esagerato, come ben sa chi di creativi e fantasiosi sfruttatori è stato  vittima. E questo nonostante i ripetuti segnali d'allarme lanciati dalle Forze dell'Ordine,spesso opportunamente appoggiate dalle denunce della cronaca giornalistica. In realtà basterebbe osservare sotto una luce diversa, e soprattutto con più attenzione, alcuni comportamenti all'apparenza "normali" e "ragionevoli" anche se magari un po' insoliti, per rendersi conto di come in effetti siano tutt'altro che credibili. È proprio questo che vogliamo fare qui insieme a voi. Proponendovi alcune regole semplici ed essenziali per affrontare con maggior sicurezza e serenità le vostre giornate.

 
1. ATTENZIONE A... 
Prima di tutto, allora, tenete presente che occasioni, iniziative, offerte, all'apparenza assai vantaggiose, se veramente tali vengono  presentate con chiarezza e si è sempre in grado di controllarle: non sarà un incontro occasionale a proporvele. È facile invece che si tratti di una truffa. Il cui ideatore, una volta giunto a buon fine, si  dissolverà nel nulla. Le truffe possono essere perpetrate di persona, al telefono o anche per posta, non esclusa quella che viaggia su Internet. Si può essere fermati per strada, si può ricevere una visita a casa, si può venire contattati con i più diversi sistemi. Ma l'atteggiamento del malintenzionato è sempre lo stesso. Qualcosa, positivo o negativo che sia, sta per accadere, è appena accaduto, potrebbe accadere se...
 
2. DIFFIDATE DELLE APPARENZE.
Apparenza distinta, sorriso cordiale, massima disponibilità, gli "amici" truffatori si presentano con un aspetto tranquillizzante. L'ideale per conquistare la vostra simpatia. E per introdurvisi abilmente in casa, pronti ad appropriarsi di denaro e gioielli.
Della vostra ingenuità approfitteranno ugualmente in strada, ostentando un'improbabile cortesia che consentirà loro di avvicinarvi quanto basta per farvi sparire il portafogli. O magari la pensione, appena usciti dalla banca o dalle poste. E sull'insicurezza gioca anche il sedicente amico, che non esiterà ad abbracciarvi affettuosamente sfilandovi dalla tasca il cellulare appena acquistato. Né meno bene i truffatori sanno colloquiare con voi quando il contatto è telefonico. Per coinvolgervi in costose iniziative che solo in un secondo momento vi appariranno in tutta la loro insensatezza.

3. NON APRITE QUELLA PORTA. 
Cominciamo col dire che il cancello e il portone non si aprono agli sconosciuti. Tanto meno la porta di casa. Controllate il visitatore dallo spioncino, e ricorrete comunque alla catenella se aprire vi appare necessario. Già, ma in quali casi è veramente necessario? Un funzionario del Comune o delle Poste, un incaricato dell'INPS o dell'INAIL, un tecnico del gas o della luce non si presenta a casa vostra senza preavviso. E non compete a lui la riscossione di bollette, il controllo dei pagamenti, magari con rimborsi a vostro vantaggio.La sua visita è sempre preceduta e garantita da una comunicazione in cui ne risulta il motivo. Non vi convince ugualmente? Avete tutti i diritti di contattare l'azienda interessata. Controllate il numero telefonico, però: il soggetto potrebbe darvi quello di un suo complice. Lui (o lei) attenderà fuori della porta.

4. MAI IN CONTANTI. 
Tutt'altro discorso per i venditori porta a porta, che da esibire non hanno altro che il rivoluzionario e/o economicissimo elettrodomestico, la storica enciclopedia, o una serie di "ottimi prodotti alimentari". Se proprio non siete disposti a rinunciarci, nessun pagamento in contanti: con un bollettino postale avrete conferma della società che vi ha offerto il prodotto e soprattutto la garanzia dell'avvenuto vostro acquisto presso di essa.
E se invece ad arrivare è il pacco ordinato dal familiare sempre in giro per il mondo? Se non riuscite a rintracciarlo, la miglior cosa è chiedere che il pacco venga lasciato sullo zerbino, nell'androne o, se lo avete, dal portiere. Certo, bisognerà firmare. Ma mai senza catenella alla porta.
 

5. IL TESSERINO NON BASTA. 
Di visite, quando si è in casa, se ne possono ricevere tante. Ma non certo quelle degli impiegati di banca, i cui servizi vengono offerti solo presso gli sportelli, per corrispondenza, con carte di credito e online. Particolare attenzione, poi, a chi dice di far parte di enti benefici o religiosi, che, in modo assolutamente più credibile, preavvisano con messaggi nella bucadelle lettere e di prassi non inviano volontari nelle abitazioni. Alla porta c'è un rappresentante delle Forze dell'Ordine, con un tesserino di riconoscimento a giustificare gli abiti civili? Comportamento del tutto inusuale: Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza operano presso le abitazioni in uniforme e vi giungono con auto di servizio. Chiamate senza esitazione il 112. Il suo compito è garantire la vostra sicurezza.
 
6. NESSUNA CONFIDENZA AL TELEFONO...
Operando in linea, i truffatori possono procedere indisturbati. Attenzione allora a qualsiasi inattesa opportunità vi venga proposta "per appuntamento". E tenete presente che INPS, INAIL e le ASL non ricorrono al telefono se devono effettuare controlli o risolvere questioni amministrative. Niente conversazioni, e confidenze, con persone che vi hanno contattato "per sbaglio": non di rado si tratta di malintenzionati che mirano a carpire utilissime informazioni su di voi. La più classica delle truffe al telefono? La chiamata di sedicenti avvocati che chiedono urgentemente denaro per un vostro familiare in difficoltà: un incaricato verrà da voi a prelevarlo, magari disposto ad accompagnarvi al Bancomat. Non pagate in nessun caso. Piuttosto rivolgetevi ad una persona di fiducia.
 
7. ...E NEMMENO SU INTERNET.
E se ad Internet, ormai, la Terza Età non può più rinunciare, altrettanto non deve fare a meno di alcune misure di sicurezza. Una pas­ sword "complicata" (numeri, simboli, lettere maiuscole e minuscole), riservatezza dei dati, bancari ma non soltanto, un buon programma antivirus. Sempre ricordando che accattivanti occasioni per acquisti vanno sempre opportunamente controllate,e le e-mail che arrivano da sconosciuti non devono mai essere aperte.

8. ATTENTI A BAMBINI!
Il nipotino non va mai mandato da solo ad aprire il portone o la porta di casa: non avrebbe problemi ad accogliere chiunque, senza distinzione tra "buoni" e "cattivi". Ma non deve nemmeno accettare dolci o giocattoli per strada da estranei, pronti a "fare amicizia" con lui. Ma anche con voi. E le conseguenze potrebbero essere inattese.

9. NON FATEVI DISTRARRE. 
E tanto quanto "fare amicizia" è facile distrarre una persona, anziana ma non soltanto: basta una spinta, all'apparenza involontaria; una moneta che cade in terra attirando lo sguardo; una battuta spiritosa mentre si maneggia del denaro. Per non parlare di ambienti affollati e confusione: gli spostamenti in autobus, la spesa al mercato, il cappuccino al bar sono circostanze
ideali per ladri e ladruncoli. Almeno quanto la borsa o il borsello aperti o sul lato esterno del marciapiede, e perciò "a portata di mano". Da non trattenere, però, in caso di scippo: una caduta può avere effetti ben più gravi della perdita di denaro...

10. UN BUON VICINATO. 
Proprio per non rinunciare alle proprie abitudini e ai propri interessi, insomma, giunti ad un certo momento della vita alcune precauzioni in più, a partire da quelle che vi abbiamo indicato, è bene prenderle. Certo, non tutti in casa possono permettersi la porta blindata, il dispositivo antifurto o la cassaforte. Ma può essere fondamentale, ad esempio, un buon rapporto di vicinato. Perché è proprio il vicino che salutate tutti i giorni,e con cui è sempre bene scambiare il numero di telefono, che potrà intervenire in vostro aiuto prima di chiunque altro, ben conoscendo ilvostro stile di vita e individuando eventuali, preoccupanti "anomalie" nella vostra quotidianità.

Ma soprattutto, in caso di necessità, reale o presunta, non esitate a chiamare il 112. Il numero è gratis, noi sempre pronti ad aiutarvi.

comunicato stampa

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