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Attualità | 04 febbraio 2022, 15:44

Il paese si muove per salvare il ‘muro saraceno’ di Bobbio Pellice

Il Comune ha individuato i proprietari dell’edificio di cui fa parte, intanto alcuni cittadini si sono fatti avanti per contribuire all’impresa

Uno scorcio di borgata Sarsenà a Bobbio Pellice

Uno scorcio di borgata Sarsenà

Ha quattro proprietari il ‘muro saraceno’ di Bobbio Pellice che i bobbiesi ora si stanno muovendo per salvare, accogliendo l’appello dell’accompagnatrice naturalistica Emanuela Durand. “Secondo le visure il muro fa parte di un fabbricato, ormai in gran parte crollato, ma che appartiene a quattro persone ancora in vita – spiega il sindaco di Bobbio Pellice Mauro Vignola –: li contatteremo per capire qual è la loro volontà e com’è possibile intervenire per conservare questa testimonianza storica”. L’ente ha fatto un sopralluogo martedì 25 gennaio nella borgata Sarsenà in cui si trova il muro: “In base a ciò che abbiamo trovato, i lavori più urgenti sono la pulizia dalla vegetazione che lo circonda e la realizzazione di una tettoia per proteggerlo dalle intemperie”.

Intanto ci sono già dei cittadini che si sono fatti avanti per contribuire all’impresa di salvare il muro e valorizzarlo: sono Renata Negrin e suo marito Marco Poet, a cui ha fatto seguito il consigliere regionale Giorgio Bertola, perché sua moglie ha una seconda casa lì.

La famiglia di Negrin infatti è originaria proprio della borgata che ospita il muro. “Sarsenà e quel muro testimoniano che l’ipotesi della presenza dei Saraceni sulle nostre montagne non è così remota – spiega Poet –. Inoltre il luogo è stato protagonista di importanti vicende storiche successive: durante le persecuzioni contro i valdesi avvenute tra il 1685 e il 1686, abitavano una trentina di famiglie. Fu uno dei luoghi in sui si accampò la spedizione del Glorioso Rimpatrio di ritorno dall’esilio”. Marito e moglie sono pronti a contribuire per la salvaguardia del muro: “Siamo disponibili a dare una mano per valorizzare il luogo – afferma –. Si potrebbe costituire un gruppo di lavoro con quell’obbiettivo”.

Poet aveva già fatto del gruppo di lavoro che aveva sistemato l’itinerario del Podio, inaugurato nel 2020 e che potrebbe proseguire con una valorizzazione della mulattiera che porta a Sarsenà. L’iniziativa aveva coinvolto il Comune, la Chiesa valdese, la Pro loco di Bobbio Pellice ma anche il Cai Uget Val Pellice, la Fondazione centro culturale valdese e il Comitato luoghi storici della Tavola valdese. L’itinerario permette di raggiungere Podio, la sua scuoletta e il monumento di Sibaud, partendo dal centro paese. Si collega alle Strade dei valdesi, legate agli eventi dell’esilio e del Glorioso Rimpatrio.

Anche la Fondazione potrebbe dare un suo contributo alla visibilità dello storico muro: “Non ne abbiamo ancora discusso, ma, come fatto in altri casi, potremmo mettere un cartello che lo indica, per far scoprire delle particolarità del territorio a chi percorre ‘Le strade dei valdesi e degli ugonotti’ spiega Davide Rosso, direttore del Centro, che il 4 dicembre è diventato capofila dell’organizzazione che gestisce il percorso e dovrà predisporre nel 2024 il nuovo dossier per la sua riconferma come itinerario certificato dal Consiglio europeo.

 

Elisa Rollino

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