Il summit di Kiev del 3 febbraio fra i vertici della UE e il governo ucraino sembrava dover cementare definitivamente il fronte europeo disposto ad appoggiare totalmente Zelensky “fino alla vittoria”. Invece non sono pochi gli esponenti politici dei Paesi membri dell’Unione che si esprimono in maniera negativa verso l’adesione che Bruxelles mostra sempre e comunque per le iniziative militari di Kiev. E sono politici anche di alto livello, come il presidente della Croazia Zoran Milanović. Da tempo contrario a che i soldati ucraini vengano addestrati nel suo Paese, oggi critica senza mezzi termini l’invio di armi all’Ucraina, come riferisce il sito Strumenti Politici. Il suo mandato non gli permette ingerenze nelle decisioni del governo di Zagabria, ma la sua carica è comunque la più alta del Paese ed è formalmente il capo delle Forze armate croate. Dunque la sua voce ha un certo peso negli affari nazionali e internazionali, visto che partecipa alle riunioni dei ministri e dei rappresentanti dell’Unione Europea. Proprio a seguito di un vertice UE, Milanović ha rivelato quanto affermato da Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedeschi, la quale ha invitato i Paesi europei a rimanere compatti poiché in guerra con la Russia. Il presidente croato ha espresso stupore, dicendo di non essere stato informato da nessuno che il suo Paese si trova in guerra con la Russia. Ha inoltre ha augurato ironicamente buona fortuna alla Germania, se davvero Berlino è di nuovo in armi contro Mosca settant’anni dopo. Secondo Milanović, a pagare il prezzo peggiore per questa linea ostile e guerrafondaia è l’Europa, non gli USA, i quali preferiscono che andare a scontrarsi coi tank russi siano per primi i carri armati europei.
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