"C'era una volta un grande orso...". E c'è ancora.
Questo potrebbe sembrare l'incipit di una favola meravigliosa, di quelle che si concludono col classico lieto fine.
E invece no, perché la storia che l'artista portoghese Arthur Bordalo, in arte Bordalo II ci ha voluto raccontare con la sua installazione è una storia di protesta e di denuncia, al pari di qualsiasi opera facente parte dell'arte di strada.
Si tratta di "The big bear", un grande orso tridimensionale, installato nel 2016, che prende forma sulla parete laterale del Teatro Colosseo, quella che si affaccia su via Bidone, nel quartiere San Salvario.
Alto circa 8 metri, l'animale è evidente nella sua maestosità ad uno sguardo d'insieme. Ma se ci si avvicina all'opera per osservarne i dettagli, è impossibile non notare i materiali di cui esso è costituito, ossia telai di biciclette, cassonetti e lamiere. Ciò che appare chiaro con quest'opera, così come con tutte le altre dello stesso autore, è la sua esplicita volontà di rappresentare la natura attraverso l'utilizzo degli stessi materiali che ne provocano il degrado e la progressiva distruzione.
Bordalo II con il suo "grande orso", quindi, ha voluto denunciare apertamente due fenomeni sempre più diffusi, il consumismo e la produzione di rifiuti.