I taxisti alzano gli scudi. Quanto previsto dal Decreto Omnibus, infatti, non convince: soprattutto quando si parla della possibilità di aumento delle licenze. "Chiediamo chiarezza", dice a nome di Cna Piemonte il presidente della categoria taxi, Claudio Bontempi.
E se sul tema delle "seconde guide" la categoria sotto la Mole e in Piemonte chiede principi di "regolamentazione e limitazione: queste sono le parole chiave", il vero timore riguarda proprio l'aumento delle licenze in circolazione. "Un aumento trasversale del numero delle licenze fissandolo al 20% rischia di mettere in difficoltà gli operatori che, solo per il territorio torinese dopo il periodo delle Olimpiadi avevano già subito un aumento delle licenze e il mercato ha richiesto oltre un decennio per riassorbire l’eccesso di offerta", spiegano dall'associazione.
“Siamo pronti al confronto, ma non certamente con una percentuale così elevata - prosegue Bontempi -. Il nostro obiettivo è preservare la qualità dei servizi offerti seguendo la strategia tracciata a livello nazionale. È doveroso ricordare che il nostro è un servizio ad integrazione del trasporto pubblico locale e quindi se è necessario intervenire occorre farlo aprendo una discussione a 360 gradi”.
Ma guidare un taxi vuol dire anche entrare nel discorso delle emissioni e, dunque, della transizione tecnologica per le automobili. "I contributi ecologici per le auto taxi non devono essere limitati alla sola rottamazione - dice Bontempi -. Questa richiesta riflette l'impegno di CNA Piemonte nel promuovere la transizione verso veicoli a minor impatto ambientale, incentivando scelte più sostenibili e in linea con le esigenze del pianeta, in armonia con la visione condivisa dalla CNA Nazionale".