Il caro prezzi taglia del 5% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 che sono però costretti a spendere comunque il 7% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – fanno notare Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +10% nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. Le tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti".
"Con la diminuzione delle quantità acquistate, a causa del caro prezzi, si cerca anche di fare più attenzione agli sprechi, razionalizzando i consumi. Dalla cucina degli avanzi alla doggy bag al ristorante, dal pranzo portato in ufficio fino alla lista della spesa per non farsi tentare dagli acquisti di impulso: sono solo alcune delle strategie adottate per salvare i bilanci familiari", concludono gli esponenti di Coldiretti.