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Attualità | 11 ottobre 2024, 12:32

Il “parco avventura” e la montagna come rimedio per curare il Parkinson e le malattie legate al movimento

La ricerca rivolta ad allargare il più possibile questi orizzonti a tutti i sofferenti di patologie invalidanti, trovando ausilio in una disciplina che sembra nata per loro in montagna

Il “parco avventura” e la montagna come rimedio per curare il Parkinson

Il “parco avventura” e la montagna come rimedio per curare il Parkinson

Chi ha seguito attraverso le pagine dei giornali, i filmati che girano in rete, su “ You Tube”e anche sul libro dei nostri autori di “Guarigioni d’amore”, hanno appreso quello che anche i medici affermano, perché è stato ormai verificato che la montagna aumenta l’efficacia di alcuni farmaci, riattivando i schemi motori di base in moltissimi malati di Parkinson che tornano ad usare la memoria in modo da poter svolgere un’attività piacevole pregressa.

In questa specifica situazione la malattia viene così per un attimo messa in panchina e il malato torna quasi sano. Il problema attuale resta però, che appena si torna a compiere azioni non legate alla montagna, nel nostro caso, ecco che il Parkinson ricompare e il corpo regredisce. Questa domenica i nostri autori hanno fatto una nuova scoperta giacché sono proprio state nel loro caso le “Vie ferrate” a contribuire al quasi totale arrestamento delle loro patologie invalidanti.

Ebbene già si sapeva che i cosiddetti “Parchi Avventura”, che si trovano un po’ dappertutto, hanno le stesse prerogative di progressione delle vie ferrate: ponti tibetani, pont de singe, tyrolienne, cavo presente su tutto il percorso, prese naturali (su roccia) o artificiali (nei parchi avventura). Si trattava ora di trovare, per dar certezza alle loro teorie, un parco che avesse le prerogative spiegate.

Ingresso Parco Avventura

Tutti i “Parchi Avventura” hanno dei tratti con strutture “basculanti” che quasi mai si trovano sulle vie ferrate, se non quelle di nuova concezione, ove si creano vere e proprie “strutture acrobatiche” (non sapremmo diversamente come definirle) che portano l’impavido frequentatore a destreggiarsi sul vuoto più assoluto, tipo gli strapiombi artificiali creati ad arte per le “gare di arrampicate” e non di certo per raggiungere una meta.

La ricerca dei nostri due autori invece è rivolta ad allargare il più possibile questi orizzonti a tutti i sofferenti di patologie invalidanti, trovando ausilio in una disciplina che sembra nata per loro in montagna.

In specifico ecco spiegato il motivo per cui i nostri autori hanno cercato e finalmente trovato come campo d’allenamento per le “Vie Ferrate” un “Parco Avventura” come quello che vi andranno a indicare, al fine di evitare a chi soffre di certe patologie, di trovarsi in difficoltà su percorsi che si svolgono in alto da terra e dove se non vi è  “una via di fuga” già predisposta, diventa difficili trarli in salvo.

La struttura idonea allo scopo si trova in regione “Parco della Mandria” n. 17 all’interno del parco stesso con ingresso dalla rotonda di Corso Fratelli Kennedy a Robassomero, raggiungibile per la superstrada delle Valli di Lanzo ed è il “Parco Avventura di Cascina Oslera”, che offre oltre al percorso avventura, un eccellente ristorante e un bar ristoro con un immenso giardino per rilassarsi. Potete contattare la struttura: tel. 3664994250 - www.cascinaoslera.it info@cascinaoslera.it 

Vite in ascesa | 11 ottobre 2024, 11:35

Il “parco avventura” come rimedio con la montagna per curare il parkinson e altre malattie legate al movimento

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La ricerca rivolta ad allargare il più possibile questi orizzonti a tutti i sofferenti di patologie invalidanti, trovando ausilio in una disciplina che sembra nata per loro in montagna

Autori e operatori (ph. personale di assistenza del Parco Avventura)

Autori e operatori (ph. personale di assistenza del Parco Avventura)

Chi ha seguito attraverso le pagine dei giornali, i filmati che girano in rete, su “ You Tube”e anche sul libro dei nostri autori di “Guarigioni d’amore”, hanno appreso quello che anche i medici affermano, perché è stato ormai verificato che la montagna aumenta l’efficacia di alcuni farmaci, riattivando i schemi motori di base in moltissimi malati di Parkinson che tornano ad usare la memoria in modo da poter svolgere un’attività piacevole pregressa.

In questa specifica situazione la malattia viene così per un attimo messa in panchina e il malato torna quasi sano. Il problema attuale resta però, che appena si torna a compiere azioni non legate alla montagna, nel nostro caso, ecco che il Parkinson ricompare e il corpo regredisce. Questa domenica i nostri autori hanno fatto una nuova scoperta giacché sono proprio state nel loro caso le “Vie ferrate” a contribuire al quasi totale arrestamento delle loro patologie invalidanti.

Ebbene già si sapeva che i cosiddetti “Parchi Avventura”, che si trovano un po’ dappertutto, hanno le stesse prerogative di progressione delle vie ferrate: ponti tibetani, pont de singe, tyrolienne, cavo presente su tutto il percorso, prese naturali (su roccia) o artificiali (nei parchi avventura). Si trattava ora di trovare, per dar certezza alle loro teorie, un parco che avesse le prerogative spiegate.

Ingresso Parco Avventura

Tutti i “Parchi Avventura” hanno dei tratti con strutture “basculanti” che quasi mai si trovano sulle vie ferrate, se non quelle di nuova concezione, ove si creano vere e proprie “strutture acrobatiche” (non sapremmo diversamente come definirle) che portano l’impavido frequentatore a destreggiarsi sul vuoto più assoluto, tipo gli strapiombi artificiali creati ad arte per le “gare di arrampicate” e non di certo per raggiungere una meta.

La ricerca dei nostri due autori invece è rivolta ad allargare il più possibile questi orizzonti a tutti i sofferenti di patologie invalidanti, trovando ausilio in una disciplina che sembra nata per loro in montagna.

In specifico ecco spiegato il motivo per cui i nostri autori hanno cercato e finalmente trovato come campo d’allenamento per le “Vie Ferrate” un “Parco Avventura” come quello che vi andranno a indicare, al fine di evitare a chi soffre di certe patologie, di trovarsi in difficoltà su percorsi che si svolgono in alto da terra e dove se non vi è  “una via di fuga” già predisposta, diventa difficili trarli in salvo.

La struttura idonea allo scopo si trova in regione “Parco della Mandria” n. 17 all’interno del parco stesso con ingresso dalla rotonda di Corso Fratelli Kennedy a Robassomero, raggiungibile per la superstrada delle Valli di Lanzo ed è il “Parco Avventura di Cascina Oslera”, che offre oltre al percorso avventura, un eccellente ristorante e un bar ristoro con un immenso giardino per rilassarsi. Potete contattare la struttura: tel. 3664994250 - www.cascinaoslera.it info@cascinaoslera.it

I nostri autori hanno parlato col titolare che ha messo a loro completa disposizione i ragazzi adibiti come assistenti ai controlli del “Parco Avventura” per concretizzare l’idea di condurre in modo guidato anche delle persone con varie patologie invalidanti. A tale proposito, visto che qui anche il percorso più impegnativo è a due metri al massimo dal terreno, si è fatta la prova di come gli addetti fossero pronti e preparati ad intervenire in qualunque caso di necessità.

Il “Parco Avventura di Cascina Oslera” rappresenta ora da più di un anno sul territorio, per il Parco della Mandria e per la Città Metropolitana di Torino, un nuovo svago e un motivo di attrazione nella natura per i bambini e i ragazzi, per le scolaresche, per i gruppi e per le associazioni, con aperture straordinarie da concordarsi su prenotazione. Ed è proprio basandoci su questa loro disponibilità che potrebbe realizzarsi quest’idea.

Il compito è stato ancora di più facilitato ai nostri autori quando hanno appreso che è già in atto per bambini e ragazzi diversamente abili questa possibilità con ingresso gratuito per l'accompagnatore che dovrà seguirli nella struttura sotto la sua responsabilità, quindi basterebbe solo studiare con i responsabili, il modo di estenderlo anche alle persone di ogni età, bisognose di assistenza.

In questo momento la struttura consta di due percorsi:

- Il PERCORSO BABY con sei stazioni e tappeti elastici, adatto per bambini dai 5 agli 8 anni, con altezza al polso di 110 cm, accompagnati all'interno da un parente.

- Il PERCORSO BAMBINI/RAGAZZI dagli 8 ai 16 anni con altezza al polso minima di 140 cm, con 11 stazioni, passaggi tirolesi, zip line, attraversamenti sospesi, seguiti dagli addetti. Ed è proprio su questo percorso che potrebbe attuarsi la nostra idea, perché con la superlativa assistenza dei ragazzi, gi autori hanno percorso sino in fondo, traendone lo stesso immediato beneficio per quel meccanismo spiegato più volte e costatato anche qui come in montagna.

Oltre a tutto non occorre avere l’attrezzatura necessaria (imbragatura e caschetto) perché essa è fornita dalla struttura dopo aver compiuto un “briefing” informativo di una decina di minuti circa. Infine, giacché la stagione volge a termine, si omettono volutamente prezzi e durate dei percorsi. Vi saranno dati nuovi aggiornamenti quando e se quest’idea sarà realizzata, approfittando però comunque attraverso la redazione di ringraziare sentitamente tutto lo staff della struttura che li ha accolti e assistiti nel migliore dei modi.

redazione AostaCronaca.it

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