Alla Fiera Nazionale del Peperone parte un nuovo progetto che punta a costruire qualcosa di più duraturo di un semplice evento. L’obiettivo? Dare forza e continuità alla filiera agroalimentare del Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese, valorizzando prodotti tipici, territori e tradizioni in un’ottica condivisa e strategica.
L’iniziativa nasce da un lavoro di squadra tra il Distretto del Cibo, il CAAT – Centro Agroalimentare di Torino, il Consorzio del Peperone di Carmagnola e gli organizzatori della Fiera. Il tutto prende forma grazie a un accordo siglato tra CAAT e Distretto, pensato per creare un collegamento stabile tra chi coltiva e chi distribuisce, aprendo nuove strade per far conoscere le eccellenze locali.
A fare da apripista è il Peperone di Carmagnola, prodotto simbolo del territorio. Ma questo è solo l’inizio: il progetto toccherà presto anche altre specialità del Distretto, come l’asparago di Santena, la menta di Pancalieri, la tinca gobba dorata di Poirino e il pomodoro costoluto di Cambiano. Un racconto collettivo che attraversa trenta comuni e un ricco patrimonio di sapori.
Un prodotto ben conosciuto da chi opera nel mercato dei grossisti. Come i Fratelli Cavaglià, azienda di quarta generazione, che opera al Caat dal secondo dopoguerra, specializzati in prodotti ortofrutticoli della zona e non solo.
“Il peperone di Carmagnola riveste molta importanza - commenta Giacomo Cavaglià, commerciale di Fratelli Cavaglià - al Caat le eccellenze del territorio vengono valorizzate sui mercati rionali di modo che il loro gusto possa arrivare sulle tavole dei consumatori tutti i giorni”.“Il mercato quest’anno ha visto più prodotto rispetto alle precedenti - conclude Cavaglià - abbiamo avuto un inizio di campagna leggermente più duro con quantitativi molto importanti che sono arrivati tutti insieme, probabilmente a causa del caldo. Il prodotto è di buona qualità, sempre sano e sempre buono, dal punto del vista del consumatore non c’è nulla da eccepire.”