/ Attualità

Attualità | 21 ottobre 2025, 11:14

La Trap "maranza" racconta Barriera di Milano tra esclusione e identità: "Siamo in Italia con la tuta del Paris"

Dal Politecnico di Torino uno studio del professor Carlo Salone sulla cultura giovanile e il linguaggio delle periferie, tra musica, appartenenza e rivendicazione sociale

La Trap "maranza" racconta Barriera di Milano tra esclusione e identità: "Siamo in Italia con la tuta del Paris"

La Trap come lente per osservare la città, i suoi margini e la ricerca di identità. È questo il punto di partenza della ricerca "Siamo in Italia con la tuta del Paris. Torino, Barriera: la trap tra esclusione e radicamento", condotta dal docente di Geografia Politica ed Economica del Politecnico di Torino, Carlo Salone, insieme al ricercatore Federico Panzuto. Uno studio che ha scelto di esplorare il quartiere di Barriera di Milano attraverso le parole, le immagini e i suoni dei giovani che vivono in una delle zone più simboliche della città.

Nel corso del Podcast a Domicilio, dove Salone è stato ospite per raccontare il progetto, è emerso un ritratto complesso e sorprendente: la Trap come linguaggio urbano, ma anche come forma di espressione sociale. Un genere "popolare", cresciuto tra le strade e i cortili di quartiere, capace di far emergere storie di seconda generazione, conflitti e sogni di riscatto.

Barriera di Milano e la forza degli stereotipi

Secondo Salone, l'aspetto spaziale urbano è fondamentale per capire il fenomeno: "Il contesto in cui questo genere musicale si sviluppa è molto significativo, perché riflette la tendenza ad associare innovazione e periferia. Barriera porta da decenni uno stigma che, in qualche modo, anticipa la stessa Trap". Da luogo simbolo di marginalità, il quartiere si trasforma così in spazio di narrazione e identità collettiva, dove lo stereotipo diventa anche un modo per rivendicare la propria diversità.

Il docente spiega che nella Trap e, ancor prima, nel rap, "c'è spesso una componente ironica che non sempre cogliamo", un gioco di linguaggi e stili che serve anche a rovesciare i modelli dominanti. "Il modo di vestirsi, per esempio, può essere una forma di provocazione: si prende in giro la marca dei vestiti" usandola infatti per stupire, per scandalizzare, ma anche per raccontare una condizione di vita non facile.

L'evoluzione del termine "maranza"

Salone ha ricordato anche l'evoluzione del termine "maranza", un tempo legato al gergo milanese per indicare il "tamarro" e oggi diventato sinonimo di un certo immaginario giovanile. "L'etimologia è complessa - spiega - ma negli ultimi anni questo termine o il genere trap sono stati attribuiti ai ragazzi di origine straniera. Oggi si estendono a un gruppi di trapper con origini molto diverse: dall'America Latina fino ai giovani italiani. Persino artiste come Madame, pur con stili diversi, condividono alcuni tratti di questo linguaggio".

Accanto all'ironia, c'è però una forte componente di rabbia sociale, paura e conflitto, "ma anche sentimenti di dolore e affetto nei confronti delle famiglie di origine". I testi parlano di giardini, di luoghi precisi, di un quartiere vissuto e sentito, ma allo stesso tempo proiettano i ragazzi in un immaginario globale: "Siamo in Italia con la tuta del Paris" diventa così una metafora dell'appartenenza multipla, tra locale e universale.

Identità, appartenenza e nuova creatività

"Potremmo quasi dire - aggiunge Salone - 'Maranza di tutto il mondo unitevi'. È una forma di sottoproletariato urbano che crea infatti una divaricazione sociale, ma anche un potente linguaggio comune". La Trap, infatti, è una musica "facile da riprodurre", accessibile e immediata . "Ha una componente melodica che ne facilita la diffusione, ma dietro c'è una vera ricerca artistica".

Una ricerca che, come mostra il lavoro del Politecnico, racconta molto più di un genere musicale: racconta una città, le sue periferie e le nuove forme di radicamento.

L'intervista completa a Carlo Salone è disponibile sul Podcast a Domicilio, canale YouTube di DixTv.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A OTTOBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium