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Politica | 21 ottobre 2025, 16:20

Vuoti a rendere, i proprietari: “Superiamo la visione buoni o cattivi. Quali i numeri dell’emergenza abitativa?”

Le associazioni di categoria sono state ascoltate dal gruppo Moderati e Demos. Fissolo: “Prima i dati, poi la richiesta di aiuto alle proprietà, senza pregiudizi nei loro confronti”

Le associazioni di categoria ascoltate dal gruppo Moderati e Demos

Le associazioni di categoria ascoltate dal gruppo Moderati e Demos

Buoni o cattivi dell’abitare. Una semplificazione a cui i proprietari immobiliari di Torino non vogliono prestare il fianco. Ma, al contrario, se esiste un’emergenza abitativa, vogliono capirne il peso, numeri alla mano, e essere parte del processo che porta a risolvere il problema.

A raccogliere il malcontento di sette associazioni di categoria è stato il gruppo consigliare dei Moderati e di Demos. Gli stessi che, abbandonando l’aula, non hanno votato nelle scorse settimane la delibera Vuoti a rendere.

Sono Confappi, Federcasa, Ape – Confedilizia, Uppi e Confabitare, Appc e Asppi (quest’ultime due oggi assenti) a scrivere una missiva indirizzata a sindaco e comune. Le ragioni sono state ascoltate dall’assessora Carlotta Salerno e dai consiglieri Simone Fissolo e Ivana Garione (Moderati), oltre ad Elena Apollonio (Demos) in un incontro chiuso al pubblico.

Il messaggio dei privati è chiaro. Se non si abbandonerà questa visione sono pronti a lasciare la cabina di regia sull’emergenza abitativa. La loro presenza serve, dicono, in un’ottica di coesione sociale su un tema che divide e che rischia deflagrare. I dubbi riguardano, anche, la metodologia di lavoro. Per esempio sulla stima degli immobili vuoti che rischia di basarsi su criteri potenzialmente ideologici. Contestato, per esempio, il computo basato sulla residenza.

Un metodo che non funziona. Sappiamo che gli studenti non hanno residenza, così come i contratti a uso transitorio – spiega Fissolo -  Oggi le associazioni ci dicono di essere più coinvolti, essere parte attiva al processo di risposta all'emergenza della casa.”

"Prima i dati, poi la richiesta di aiuto alle proprietà, senza pregiudizi nei loro confronti – ha commentato Fissolo - si pensi a convocare l'accordo territoriale con proprietari e inquilini per rivedere l'Imu sui contratti per agevolare gli affitti, invece di punire chi non affitta".

Il timore dei proprietari, come sottolineato da Fissolo, è quello di una deriva che, con fondi pubblici, chieda ai privati di mettersi a disposizione senza che però il comune e il pubblico faccia la sua parte.

Non c’è stato un ascolto reale – è quanto contestano le associazioni di categoria – chiediamo di essere convocati per sviluppare un discorso sull’abitare concreto. Chiediamo inoltre che il comune comunichi i numeri reali dell’emergenza abitativa che noi non conosciamo”.

Daniele Caponnetto

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