/ Attualità

Attualità | 26 ottobre 2025, 07:00

L’Egitto in Italia: musei, collezioni e leggende

L’Egitto in Italia: musei, collezioni e leggende

Dalla fine del Settecento in poi, l’Italia fu travolta da una vera e propria febbre egiziana. L’“egittomania”, nata dalle campagne napoleoniche in Egitto (1798–1801) e alimentata dalle grandi scoperte archeologiche del XIX secolo, portò nel cuore dell’Europa un immaginario fatto di sfingi, mummie e geroglifici.

Collezionisti privati, nobili, viaggiatori e studiosi si appassionarono alla civiltà dei faraoni, acquistando reperti e oggetti antichi che iniziarono a riempire salotti aristocratici e musei. Parallelamente, le nuove istituzioni museali divennero strumenti decisivi per diffondere questo interesse presso il grande pubblico, trasformando l’Egitto da terra remota a simbolo di mistero, cultura e prestigio.

Il Piemonte: il fulcro dell’egittologia in Italia

Sul piano storico, Torino non ha nulla di egizio nella sua origine. Fondata come insediamento dei Taurini, divenne poi colonia romana con il nome di Iulia Augusta Taurinorum. Eppure, nessuna città italiana è più legata all’Egitto della capitale piemontese.

Il motivo è il suo Museo Egizio, il più antico al mondo dedicato esclusivamente a questa civiltà, secondo solo a quello del Cairo per importanza. Le sue radici affondano nelle collezioni del regno sabaudo e soprattutto nell’opera di Bernardino Drovetti, console generale di Francia in Egitto, che tra spedizioni e acquisizioni riuscì a raccogliere migliaia di reperti.

Accanto alla realtà storica, però, Torino ha coltivato una leggenda che ne avrebbe addirittura anticipato le origini. Secondo una tradizione medievale, la città sarebbe stata fondata da un principe egizio in esilio, identificato come Fetonte o Eridano, che giunto lungo il Po vi avrebbe riconosciuto un riflesso del Nilo. Qui avrebbe introdotto il culto del dio Api, il toro sacro, da cui deriverebbe il nome stesso di Taurina. La leggenda, ripresa e consolidata nel XVI secolo dall’erudito Filiberto Pingone, contribuì a rafforzare l’immaginario che lega Torino all’Egitto, un legame che nei secoli sarebbe culminato nella nascita del Museo Egizio.

Se Torino è il cuore dell’egittologia, altre città piemontesi hanno custodito frammenti di questa passione. Alessandria, Biella, Novara e Vercelli possiedono reperti egizi, frutto di donazioni ottocentesche e piccoli collezionismi. Sono testimonianze minori ma preziose, che raccontano come l’interesse per l’Egitto non si fermasse alla capitale.

La Liguria: le rotte del collezionismo genovese

Genova, città di mare e di commerci, divenne nell’Ottocento un approdo naturale per le antichità egizie. Grazie al suo porto, molti reperti transitarono e rimasero in città, andando ad arricchire le collezioni locali.

Il Museo di Archeologia Ligure a Pegli custodisce oggi il pezzo forse più celebre: il sarcofago e la mummia del sacerdote Pasherienaset. Attorno a questo reperto si sviluppò una leggenda tipicamente ottocentesca: la “maledizione della mummia”, che avrebbe portato sventure a chiunque disturbasse il sonno eterno del sacerdote.

Dietro il mito, ci sono figure storiche di grande rilievo. Tra queste, il Capitano Enrico Alberto D’Albertis, esploratore e collezionista, e il Principe Odone di Savoia, che con passione e un pizzico di romanticismo contribuirono a formare il patrimonio cittadino.

Anche a Genova, il legame con l’Egitto passò anche attraverso l’arte: numerose rappresentazioni della Fuga in Egitto furono prodotte e custodite in chiese e collezioni, mescolando il sacro con l’esotico.

La Lombardia: il contributo del collezionismo

Mantova, città rinascimentale e di raffinata cultura, vanta un legame con l’Egitto grazie a Giuseppe Acerbi. Console d’Austria in Egitto, nel XIX secolo raccolse reperti e testimonianze che oggi costituiscono il nucleo del MACA – Mantova Collezioni Antiche, ospitato a Palazzo Te.

Le sale raccontano di una passione erudita, figlia del collezionismo illuminato che caratterizzò l’epoca. Non mancano però legami più antichi: già in epoca romana, a Mantova e nel territorio circostante, sono attestati culti isiaci, prova di un Egitto percepito come misterioso e seducente anche duemila anni fa.

Varese si lega all’Egitto grazie a due poli principali. Il primo è il Museo Castiglioni, che conserva la collezione raccolta dagli esploratori e archeologi Alfredo e Angelo Castiglioni, noti per le loro spedizioni in Africa e in Egitto. Il secondo è la Casa Museo Lodovico Pogliaghi, residenza-museo di uno scultore e collezionista che amava circondarsi di antichità.

A differenza di Torino e Genova, qui mancano leggende diffuse. Vi sono però aneddoti curiosi sulla figura eccentrica di Pogliaghi, la cui passione antiquaria trasformò la sua dimora in un microcosmo personale.

Un legame artistico particolarmente suggestivo è la presenza al Sacro Monte della “Fuga in Egitto” dipinta da Renato Guttuso, che collega il paesaggio varesino al tema biblico e al viaggio verso la terra dei faraoni.

Un mosaico di storie

Il legame tra l’Egitto e le città italiane è un mosaico complesso, fatto di collezioni, viaggi, commerci e leggende. Torino spicca come caso unico, capace di coniugare un patrimonio archeologico straordinario con un alone di mistero che ancora oggi affascina. Mantova, Varese e Genova mostrano invece come il collezionismo e l’attività di singoli appassionati abbiano diffuso ovunque l’interesse per la civiltà faraonica.

Se le piramidi e i faraoni restavano lontani, nelle città del Nord Italia si costruì un ponte culturale e immaginario che ancora oggi rende l’Egitto una presenza familiare e suggestiva nelle nostre terre. E proprio in queste città – Torino, Biella, Novara, Vercelli, Mantova, Varese e Genova – il nostro gruppo editoriale è presente, continuando a raccontare e a custodire queste storie nel cuore del territorio.

Valeria Toscano

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A OTTOBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium