Scontro tra Alleanza Verdi Sinistra e Lega sulla cremazione in Piemonte. Gli emendamenti voluti dal Carroccio ed inseriti nella legge regionale n. 9 del 2025 cambiano le regole, dando la possibilità di aprire nuovi forni crematori. Attualmente in provincia di Torino ne sono attivi tre, uno dentro il cimitero Monumentale del capoluogo, e altri due in provincia, a Mappano e a Piscina.
I numeri in Piemonte
I primi due sono gestiti da Socrem, mentre il terzo nel Pinerolese dal gruppo Altair. In Piemonte, nel 2023, ci sono state circa 32.000 cremazioni su 40.000 decessi. Anche negli anni più drammatici della pandemia – quando gli impianti piemontesi supportavano Lombardia e Liguria – il sistema non ha mai superato le 46.000 cremazioni annue.
AVS: "È un far west"
"A fronte di questa domanda - chiarisce AVS - la rete regionale dispone già oggi di 14 impianti e 22 linee di cremazione, con una capacità potenziale di 70.000–75.000 cremazioni l’anno: più del doppio del necessario". E per le consigliere Alice Ravinale, Giulia Marro e Valentina Cera la legge regionale della Lega "cambia le regole per aprire nuovi forni crematori, abbassando le tutele, scardinando la pianificazione pubblica e creando un far west in un settore che tocca il momento più delicato della vita delle persone, quello dell’ultimo saluto ai propri cari".
"Una deregolamentazione - rincarano - che può aprire la strada a improvvisazione, fallimenti, mala gestione e perfino malaffare". La proposta della Lega abbassa i requisiti minimi per aprire nuovi impianti: basta un bacino di 300 decessi annui, una popolazione di 30.000 abitanti e una distanza minima di soli 3 km da un altro impianto. Il comma 5-bis prevede poi questi criteri si applichino immediatamente.
Lega: "Più servizio ai piemontesi"
A replicare è il consigliere regionale della Lega Andrea Cerruti, promotore delle novità. "In aula - spiega - erano passate all'unanimità, quindi mi sembrano strane queste critiche ora". "La ratio - aggiunge -dell'emendamento è consentire anche in questo ambito la libertà di mercato. La normativa vigente non dà la possibilità ai privati di operare: c'è un contesto pubblico che ha dato dei limiti".
"Così - aggiunge Cerutti - come successo per le onoranze funebri e le farmacie, non ci deve essere un oligopolio sulla cremazione. Vogliamo dare più possibilità e una maggiore offerta di servizio ai cittadini piemontesi".














