"Ho avuto paura di non uscirne viva". Dietro questa frase, pronunciata da una delle 761 donne accolte nel 2024 dal Telefono Rosa Piemonte, si nasconde una realtà ancora troppo diffusa e sommersa: quella della violenza di genere.
Nell’anno appena trascorso l’associazione Telefono Rosa Piemonte ha registrato ben 5.516 contatti tramite sezioni online e social. Il dato emerge dal report annuale diffuso in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre.
Le fasce d’età più coinvolte sono risultate quelle tra i 40‑49 anni (29,6 %), 30‑39 anni (23,8 %) e 16‑29 anni (21,8 %); seguono le donne tra i 50‑59 anni (13 %) e oltre i 60 anni (8,4 %).
Violenza diffusa e spesso multipla
Le tipologie registrate sono numerose e spesso coesistenti: 274 donne hanno riferito di aver subito violenza fisica, 365 violenza verbale o minacce, 41 violenza sessuale e 137 casi di altre forme di abuso sessuale — tra cui molestie, revenge porn e pratiche degradanti. A questi si aggiungono 106 casi di stalking, 482 violenze psicologiche e 254 economiche. L’associazione sottolinea come "quasi mai venga subita una sola forma di violenza, ma si manifestino più condotte aggressive all’interno delle stesse dinamiche".
L’aggressore è vicino
Nel 2024, gli autori della violenza individuati sono per lo più uomini vicini alle vittime: 488 casi riguardano mariti, conviventi, fidanzati o ex partner. Non trascurabili, inoltre, sono i 22 casi segnalati di violenza commessa da figli.
"Vorremmo non dover ripetere incessantemente la richiesta di superare la retorica", afferma l’associazione, che richiama la necessità di attuare concretamente le "quattro P" della Convenzione di Istanbul: prevenzione, protezione, punizione, politiche integrate. Telefono Rosa evidenzia anche "amarezza e incredulità»" rispetto alla mancata diffusione dell’educazione sessuo‑affettiva nelle scuole, strumento che, a loro avviso, rappresenterebbe la base della prevenzione.
Oltre i numeri c’è un fenomeno che continua a colpire donne di ogni età, spesso in contesti familiari, e che richiede risposte che vadano oltre la sensibilizzazione — attraverso azioni concrete, sistemi di supporto e una cultura del rispetto che arrivi nelle relazioni quotidiane.








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