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Sanità | 23 novembre 2025, 11:40

Un cuore che batte senza sosta dalla Grecia a Torino e salva una vita: alle Molinette un nuovo trapianto record

L'intervento ha permesso di salvare un 65enne. L'organo della donatrice greca è stato tenuto in vita per tutte le otto ore del viaggio e dell’intervento chirurgico avvenuto con successo

Un cuore che batte senza sosta dalla Grecia a Torino e salva una vita: alle Molinette un nuovo trapianto record

È la storia di un cuore che ha viaggiato per 1600 chilometri, da Atene a Torino, senza mai smettere di battere. Un trapianto straordinario, unico nel suo genere, che apre una nuova era per la medicina italiana e mondiale: per la prima volta un cuore è stato trasportato e impiantato senza mai interrompere il suo battito, superando i limiti imposti dal tempo e dalla distanza.

È accaduto alle Molinette di Torino, proprio nei giorni in cui si celebrano i 40 anni dal primo trapianto di cuore eseguito in Italia. Un anniversario che coincide con una nuova rivoluzione scientifica: il cuore della donatrice greca è stato tenuto in vita, perfuso e pulsante, per tutte le otto ore del viaggio e dell’intervento chirurgico. Di solito, un cuore da trapiantare ha una finestra di circa 4 ore prima che l’ischemia – la mancanza di sangue – lo renda inutilizzabile. Ma questa volta no.

Un cuore portatile

Il miracolo è stato possibile grazie all’utilizzo della tecnologia OCS Heart della Transmedics: una sorta di “cuore artificiale” portatile che mantiene il muscolo cardiaco perfuso, ossigenato e funzionante. L’équipe medica dell’ospedale Molinette, guidata dal professor Mauro Rinaldi, ha ricevuto la segnalazione della donazione dal Centro Nazionale Trapianti e dal Centro Regionale del Piemonte. Una squadra composta dai medici Erika Simonato, Matteo Marro, Andrea Costamagna e Domitilla Di Lorenzo è partita da Torino verso Atene con un volo privato.

La storia di un viaggio del cuore

A mezzanotte il prelievo: il cuore è stato alloggiato nella macchina di perfusione e ha ripreso subito a battere, già in Grecia. Così è stato trasportato a Torino e trapiantato senza mai smettere di vivere.

Nel frattempo, in una delle sale operatorie della Cardiochirurgia delle Molinette, un uomo di 65 anni affetto da una grave cardiomiopatia dilatativa post-infartuale, in lista per un trapianto da circa un anno, veniva preparato all’intervento. Quando il cuore è arrivato, ancora pulsante nella macchina di perfusione dopo sei ore di viaggio, il paziente era già in circolazione extracorporea e il suo cuore malato era stato rimosso. A differenza della pratica tradizionale, l’organo da trapiantare non è stato arrestato, ma collegato direttamente al sistema extracorporeo che manteneva in vita il ricevente, permettendo così di trasferirlo dalla macchina di trasporto al corpo del paziente senza mai interrompere il battito. 

"Una storia a lieto fine"

L’intervento, condotto con successo dal professor Massimo Boffini insieme al professor Antonino Loforte e alla dottoressa Barbara Parrella, con l’anestesista Rosetta Lobreglio, è stato completato con il cuore che ha continuato a battere naturalmente, prima tra le mani dei chirurghi e poi nel torace del suo nuovo portatore. Il decorso post-operatorio è stato regolare e, dopo pochi giorni in Terapia Intensiva sotto la supervisione della dottoressa Anna Trompeo, il paziente è stato trasferito nel reparto di degenza ordinaria della Cardiochirurgia.

"La bravura dei nostri professionisti ha reso possibile questo intervento che apre una nuova frontiera nei trapianti di cuore - dichiara il Direttore generale CDSS Livio Tranchida -. Una storia a lieto fine che ancora una volta diventa esempio delle eccellenze della nostra Città della Salute e della Scienza a livello europeo e del valore dei nostri operatori" 

"Una volta di più il Sistema Trapianti della Regione Piemonte -  ha commentato Federico Riboldi Assessore alla Sanità regionale - si conferma ai vertici italiani ed europei con un trapianto di cuore di eccezionale difficoltà tecnico-organizzativa. Ennesima conferma di quanto CDSS meriti il ruolo di IRCCS Trapianti".

Daniele Caponnetto

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