Un Capodanno amarissimo per migliaia di famiglie piemontesi con un parente non autosufficiente ricoverato in Rsa. Stanno arrivando comunicazioni riguardanti aumenti unilaterali delle rette a partire da gennaio, superiori al 10%, con rincari che in molti casi superano i 5.000 euro l’anno.
Secondo i consiglieri regionali del M5S Piemonte, Alberto Unia, Sarah Disabato e Pasquale Coluccio, si tratta di "un vero e proprio salasso per persone fragili e famiglie già in grande difficoltà, costrette a farsi carico di costi insostenibili a causa della mancata copertura della quota sanitaria da parte delle Asl". "In questo modo - aggiungono -, anziani e malati cronici non autosufficienti vengono trasformati in clienti, con un ulteriore aggravio economico che pesa sulle loro famiglie".
Gli aumenti risultano inoltre "in palese contrasto con la stessa normativa regionale". La delibera 38/2024 prevede infatti il blocco delle tariffe delle strutture residenziali non convenzionate ai livelli fissati nel 2022. "Un blocco che oggi viene ignorato, mentre la Regione non interviene", denunciano i consiglieri. "Non c’è alcun miglioramento dei servizi offerti, mentre i gestori continuano a beneficiare di regole straordinarie introdotte in epoca Covid".
Il M5S Piemonte chiede alla Giunta Cirio di "smettere di raccontare una realtà rassicurante che non esiste e di intervenire immediatamente per fermare questi aumenti". I consiglieri sollecitano "la sospensione immediata dei rincari, il rispetto delle delibere regionali vigenti e un intervento strutturale che garantisca la piena copertura sanitaria pubblica per i non autosufficienti, rimettendo al centro la dignità delle persone fragili".














