Non solo alloggi, ma anche uffici. Il mercato immobiliare di Torino rispecchia il cambiamento e la trasformazione che sta conoscendo (non senza qualche intoppo) il capoluogo piemontese, ma nell'immagine che ne scaturisce scopre riflessi che forse non si aspettava. Nel 2018 il mercato degli spazi a uso "terziario" è letteralmente esploso: le compravendite sono aumentate del 133%, con ben 105mila metri quadrati che hanno cambiato proprietà. Di conseguenza, il fatturato è salito dell'86%, muovendosi su volumi intorno ai 200 milioni di euro.
Torino, dunque, guarda avanti con più fiducia rispetto al passato. Ma come era già emerso anche da altri dati, anche la ricerca di Scenari Immobiliari (e presentata oggi ospiti di Covivio, presso il complesso di Ferrucci 112) evidenzia come un problema risieda nell'età degli immobili: datati e che hanno bisogno di essere ristrutturati nel 74% dei casi. La città della Mole dovrà dunque impegnarsi per mettersi sulla scia di quanto già accade a Milano, Parigi, Berlino o Londra. E proprio Milano sembra rappresentare - insieme alle infrastrutture e ai collegamenti - uno dei maggiori motori per ritrovare la vivacità di un tempo.
Gli scambi hanno riguardato soprattutto immobili di grandi superfici, mentre i piccoli sono rimasti piuttosto fermi. L'effetto tuttavia è di un prezzo medio aumentato del 2,6%, soprattutto nelle aree semi centrali a Nord. Va meno bene nella zona Sud Ovest, dove c'è stato un calo del 3% dei valori (e del 5% per gli affitti). Per il 2019 si profila una certa stabilizzazione, con una crescita del 7%.
Il mercato del futuro, dunque, sarà molto legato ad aspetti come la dotazione infrastrutturale dei trasporti pubblici (la metro su tutte), ma anche parcheggi, piste ciclabili, bike e car sharing o la presenza di aziende leader che facciano da centro di gravità.
Al momento, i due "corridoi" più interessanti sembrano essere quelli che dal centro della città si muovono verso Est, dunque Milano e verso Nord-ovest, quindi verso Parigi e la Francia. Quindi Porta Susa, Porta Nuova, ma prima del centro si colloca addirittura l'area solcata da corso Ferrucci e corso Peschiera, alle spalle della Crocetta.
"Torino è la città che più dà soddisfazione - ammette Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari - perché storicamente sa sempre rinnovarsi e rinascere sotto nuove forme. Un po' come certi personaggi del Trono di Spade. Quel che è certo è che gli uffici non sono scomparsi, come si temeva invece con l'avvento di Internet e del telelavoro". Ma si lancia anche un allarme: "Senza TAV o collegamenti rischia di rimanere un luogo isolato. Per esempio non ci sono voli da Roma al mattino, segno che non si viene più per lavorare, ma solo per fare vacanza. L'impressione è un po' quella di finis terrae".
Ecco perché la speranza più concreta, in prospettiva, è legata a Milano: "Solo con un dialogo con la capitale lombarda, città egemone per lavoro ed economia, passando dalla competizione alla cooperazione, ci potrà essere un salto di qualità e uno sviluppo per il mercato immobiliare, sia in termini di uffici che residenziali".