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Immortali | 14 agosto 2019, 07:00

Troppo forti per essere vero!

Giovedì scorso, con la manita rifilata ai modesti minatori di sale, il Torino ha ottenuto la vittoria con maggior scarto nella sua storia europea di sempre. Evviva un'altra volta.

Troppo forti per essere vero!

Giovedì scorso, per il secondo preliminare di Europa League, il Torino ha seppellito sotto una cinquina di gol i malcapitati bielorussi dello Shaktyor Soligorsk, ponendo i presupposti per il passaggio del turno e lo scontro contro il Wolvwehampton nell’ultimo, decisivo round di questi anticipi estivi di Europa. Evviva!

Giovedì scorso, con la manita rifilata ai modesti minatori di sale, il Torino ha ottenuto la vittoria con maggior scarto nella sua storia europea di sempre. Evviva un'altra volta.

Oggi, pero, torniamo coi piedi per terra.

Bravissimi Mazzarri ed i suoi ragazzi a preparare bene la partita e ad interpretarla con attenzione, concentrazione e determinazione fino all'ultimo minuto di gioco, anche a risultato già acquisito. Queste partite, se prese sottogamba, possono essere fonte di sgradite sorprese, di beffardi risultati che mettono in imbarazzo e rendono difficile il cammino. I granata, invece, hanno saputo tenere alto il livello dell'attenzione e hanno portato a casa il giusto risultato. Ma va detto, per completezza di informazione e per onestà intellettuale, che questi avversari erano veramente poca cosa.

Anche il record del maggior scarto di sempre, va riletto alla luce di quello che è stato questo incontro. Oggi abbiamo giocato con una sconosciuta squadra bielorussa, le precedenti sfide granata in Europa, erano contro squadre di ben altro livello.

Se pensiamo che in quella che allora era chiamata Coppa dei Campioni, giocava solo la vincente del campionato, mentre seconde, terze e quarte erano “relegate” alla Coppa UEFA, abbiamo il valore esatto di quelle gare contro avversari di ben altro livello di quelli attuali. Oggi all’Europa League accedono squadre fino al settimo posto dei rispettivi tornei nazionali.

Di conseguenza, il 4-0 rifilato a casa loro al Nantes, il 17 settembre 1986, da Comi, Beruatto e due volte Kieft, ottimamente sorretti da tutti i loro compagni, ha ben altro peso specifico di questo 5-0 al Soligorsk, senza nulla voler togliere a Belotti & c.

E quindi, ripeto, restiamo coi piedi per terra e non facciamoci soverchie illusioni.

Il Torino visto nella seconda parte dello scorso campionato e quello di questo inizio di estate, è certamente una buona squadra, che ha belle prospettive future, ma che necessita di innesti sostanziali per essere veramente competitiva sui tre fronti che la attendono. Campionato, Coppa Italia ed Europa League, Wolves permettendo, non si possono pensare di affrontare senza una rosa completa in tutti i suoi reparti. E quando dico completa, non voglio dire che per ogni ruolo ci sono un numero sufficiente di figurine con sotto scritto “difensore” o “attaccante”, ma giocatori che sappiano veramente stare in campo a certi livelli. Gente che quando entra in campo, non fa rimpiangere quello che è uscito.

Sorrido, amaramente, quando sento dire che Mazzarri preferirebbe, uso volutamente il condizionale perché faccio fatica a crederci, giocatori che non creino problemi nell’equilibrio dello spogliatoio, pretendendo di giocare. Se io fossi un allenatore, vorrei solamente, ripeto e sottolineo, solamente, giocatori che abbiano fame di giocare, che si allenino con la bava alla bocca ogni secondo di ogni allenamentoi per mettermi in difficoltà su quali di loro scegliere per l’undici da mandare in campo. Uno che accetta pacatamente di sedere ogni gara in panchina, in attesa di una chiamata quanto più remota possibile, accontentandosi di passare alla cassa al trenta del mese per ritirare lo stipendio, non lo vorrei vedere nemmeno in fotografia.

Ecco, l'errore più grosso che Cairo è Mazzarri possano fare adesso, è di credere che questo risultato tondo tondo abbia un valore reale per il prosieguo della stagione.

Troppo forti per essere vero.

Umiltà e volontà di aggredire sempre ogni avversario, in ogni competizione, affrontando una partita dopo l'altra come se ognuna fosse una finale: ecco il segreto per andare lontani, come i tifosi chiedono e meritano da tanti anni.

Domenico Beccaria

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