Quando conosci uno, anche solo virtualmente, ed immediatamente ti sta simpatico, così, a pelle? Ecco, a me successe, anni addietro, con Lei, Maurizio Sarri. Allenava l’Empoli e quando la Sua squadra venne a giocare a Torino, Lei si recò a Superga, non ricordo se con tutta la squadra o da solo, poco importa.
Un gran gesto, che denotava due sentimenti entrambi rari nel mondo del calcio: conoscenza storica e sensibilità.
Identico gesto replicato quando allenava il Napoli, sempre in occasione della gara esterna contro di noi.
Va da se che, seppure un po’ ingenuamente, mi aspettavo che anche quest’anno, dopo la breve parentesi britannica, Lei volesse persistere in quel suo nobile intento e replicasse il gesto di grande sportività ed umanità che negli anni passati La aveva contraddistinto.
Invece nulla, o almeno nulla mi risulta. Peccato.
In un mondo come quello del calcio, così impregnato di violenza ed ignoranza, dove ogni scusa è buona per offendere l’avversario con ogni mezzo, anche il più vile e spregevole, in una società multimediale così attenta ai comportamenti delle persone che rivestono ruoli guida e per questo stanno costantemente sotto i riflettori, una Sua visita al colle dove trentuno uomini hanno perso la vita nel nome dello sport, avrebbe avuto un significato immenso.
I giovani, quelli che maggiormente necessitano di modelli positivi per la loro crescita civile, culturale ed umana, per il loro inserimento nella società del futuro, di cui saranno gli artefici ed i costruttori, nel bene e nel male, hanno bisogno di buoni esempi.
Ma anche a noi, che giovani non siamo più, male non avrebbe fatto.
Pazienza: per fortuna la vita ci offre sempre la possibilità di rimediare alle disattenzioni, perché tale voglio credere che sia stata, in cui ci capita, magari involontariamente, di incorrere.
Il cinque aprile prossimo, salvo anticipi o posticipi, le strade di bianconeri e granata si incroceranno nuovamente e Lei avrà la possibilità di ripetere il suo omaggio agli Immortali che onorarono l’intera Nazione, non solo la sua parte granata.
La aspetto a Superga, dunque, perché sono convinto che i valori che albergano nel Suo cuore non possano essere celati da una bandiera che, pur essendo acerrima rivale di quella granata, è stata colpita da analoghe tragedie sportive, entrambe degne del rispetto da parte di tutti.