Si sono dati appuntamento questa mattina alle 11 a Pero, in provincia di Milano, davanti alla sede di Whirlpool Emea, per esprimere tutta la preoccupazione (e soprattutto il malcontento) dopo il passaggio di mano dello stabilimento Embraco di Riva di Chieri.
Sono i lavoratori, circa 200, in rappresentanza dei 400 oggi in Ventures che nel corso di questi lunghi mesi (e con la cassa integrazione che scade a luglio) non hanno mai visto ripartire la produzione. E che chiedono garanzie, sostenuti dai sindacati metalmeccanici come Fiom e Uilm, ma soprattutto pretendono che tornino in campo quegli attori che ne erano usciti vincitori al momento della sigla dell'accordo tra la vecchia proprietà e quella nuova.
La manifestazione di oggi è stata solo il primo di tanti appuntamenti che scandiranno i prossimi giorni: lunedì, per esempio, sarà la sindaca metropolitana Chiara Appendino a visitare i dipendenti fuori dai cancelli di Riva di Chieri, mentre martedì toccherà all'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia. Mercoledì, infine, incontro con i rappresentanti dell'assessorato al Lavoro della Regione.
Da più parti, ormai, la strada auspicata e indicata è quella di un "piano B": nuovi investitori che rilevino lo stabilimento dando davvero un futuro produttivo al territorio e a circa 400 famiglie. Durante un incontro, i vertici delle relazioni industriali della società hanno preso l’impegno di coinvolgere Whirlpool Sudamerica, che controlla il fondo destinato alla reindustrializzazione del sito di Riva, nella trattativa al ministero dello Sviluppo economico.
“La Whirlpool, sollecitata dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali sulla propria responsabilità nella vicenda Embraco-Ventures, ha preso un impegno preciso che dovrà onorare e che verificheremo - commentano Vito Benevento, della segreteria Uilm Torino e Cono Meluso, funzionario Uilm Torino -. Adesso però la priorità è costruire un nuovo piano industriale con altri soggetti in grado di realizzarlo, che andrà accompagnato con gli accordi sindacali necessari, senza dimenticare il ruolo centrale che Mise e Regione dovranno giocare in questa partita”.
“È ormai chiaro a tutti che la reindustrializzazione non è partita - aggiungono Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e Ugo Bolognesi, responsabile Ventures per la Fiom -. Se si vuole dimostrare che non sia stato tutto un grande inganno per mascherare la chiusura dello stabilimento di Riva di Chieri è indispensabile richiamare tutti i soggetti che avevano garantito il piano di Ventures alle proprie responsabilità: da Whirlpool al Governo e ad Invitalia. Per questi motivi abbiamo manifestato oggi sotto la sede del quartiere generale della Whirlpool in Italia e abbiamo incontrato i vertici aziendali. Verificheremo già dall'incontro di mercoledì prossimo con la Regione Piemonte se ci sono i presupposti per un nuovo percorso in grado di difendere i 409 posti di lavoro. Non possono essere i lavoratori a pagare le furbizie”.