Sotto l'albero di Natale la Fondazione CRT conta di trovare i nomi delle prime start up che si installeranno presso la nuova manica di Officine Grandi riparazioni.
"La lista è in via di definizione - spiega Massimo Lapucci, segretario generale di Fondazione e direttore generale di Ogr - e a breve usciranno le prime dieci aziende che entreranno: in tutto sono state 300 le start up che hanno fatto richiesta sul tema della Smart Mobility, provenienti da 55 Paesi diversi. Nella seconda metà di gennaio comincerà il primo programma di accelerazione. Sappiamo già chi sono, ma saranno comunicate ufficialmente solo tra qualche giorno, forse tra loro ci sarà anche qualche italiano".
Ma la coda all'esterno delle Ogr non si esaurisce così: "Abbiamo ancora 600 domande per altri 50 posti ancora disponibili su 500 che erano, ma preferiamo selezionare con calma", conclude Lapucci, che invece sul recente successo legato al colosso dell'informatica mondiale commenta: "L'accordo con Microsoft è stato il frutto di un dialogo durato parecchi mesi ed è una grande soddisfazione: per la prima volta Microsoft porta qui in Italia il suo progetto per le start up".
Ma accanto alla vocazione tecnologica, anche la seconda anima delle Officine Grandi riparazioni continua a crescere. "Ogr Cult sta lavorando e si sta pensando a mostre legate proprio alla tecnologia e ai big data". Ma in mezzo a tante idee, inevitabilmente è stato necessario anche dire qualche no è fare qualche rinuncia, proprio per conservare una forma coerente di ciò che viene ospitato sotto le arcate che un tempo custodivano i treni da riparare.
Tra i progetti non andati a buon fine ce n'è addirittura uno che fa riferimento a Piero Angela, che aveva pensato alle OGR per un'iniziativa, ma non ha funzionato: "Voleva realizzare una mostra su tutto quello che è stato inventato a Torino - spiega il presidente della Fondazione CRT, Giovanni Quaglia -, ma non è stato possibile realizzarlo, anche perché avrebbe avuto un carattere permanente di almeno 3 anni".
Sul 2019 che si va a chiudere, proprio Quaglia aggiunge: "È stato un anno intenso, concluso con l'impegno degli Stati Generali. Su UniCredit? Ho già detto, ma non cederemo le nostre quote".