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Economia e lavoro | 17 febbraio 2020, 12:41

Negate le assemblee sindacali a Bitron ed Embraco: la sentenza della Cassazione dice che basta un solo rappresentante

Fiom: "E’ un pronunciamento importante che supera l’interpretazione delle aziende e di Federmeccanica che finora consentivano la convocazione delle assemblee sindacali solo se indette dalla maggioranza della RSU"

Negate le assemblee sindacali a Bitron ed Embraco: la sentenza della Cassazione dice che basta un solo rappresentante

Sono state pubblicate due sentenze della Corte di Cassazione relative ai ricorsi promossi a suo tempo dalla Fiom Cgil di Torino contro Bitron Spa e contro Embraco Spa che avevano negato le assemblee sindacali convocate dai soli delegati Fiom Cgil impedendo così, nei fatti, il confronto con i lavoratori e l’espressione di posizioni sindacali difformi dal giudizio della maggioranza della Rsu.

La Corte di Cassazione, riformando le sentenze della Corte d’Appello di Torino, riconosce il diritto a convocare assemblee retribuite anche ad un singolo rappresentante sindacale (purché eletto nelle liste di un sindacato effettivamente rappresentativo in azienda) e conferma che l’attività contrattuale in azienda è valida se approvata dalla maggioranza della Rsu mentre il diritto di riunire i lavoratori attiene alle libertà sindacali ed è quindi in capo anche ai singoli componenti della rappresentanza sindacale.

E’ un pronunciamento importante che supera l’interpretazione delle aziende e di Federmeccanica che finora consentivano la convocazione delle assemblee sindacali solo se indette dalla maggioranza della RSU.

Le avvocate Elena Poli e Silvia Ingegneri, che hanno patrocinato la Fiom Cgil di Torino, dichiarano: “La cassazione con le due recenti sentenze (la n. 2862 del 6 febbraio e la n. 3067 del 10 febbraio) ha definitivamente sancito che la convocazione delle assemblee dei lavoratori può essere effettuata anche da uno solo dei componenti della RSU aziendale senza necessità che tale decisione debba essere condivisa dalla maggioranza dei componenti dell'organismo di rappresentanza. La Suprema Corte ha così accolto le domande in tal senso introdotte dalla FIOM cassando le contrarie pronunce del Tribunale e della Corte d'Appello di Torino e riconoscendo necessaria la salvaguardia del pluralismo delle posizioni e delle idee che, soprattutto nel libero rapporto con i lavoratori, non può essere schiacciato da una sostanziale "dittatura" della maggioranza.”

comunicato stampa

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