"Punto di riferimento per i cittadini dell'oltre Po, tanto che Marta, trentenne che si è trasferita in piazza Crimea, continua a venirci all'ora di pranzo a mangiare il suo panino". È questa la descrizione del "Il Piolino" di via Monferrato, riportata nella "Guida alle piole di Torino".
Locale di mescita storico del capoluogo sabaudo, nel 1965 viene rilevato da Piera e Giovanni Dafarra, lei originaria della zona di Casale Monferrato, lui di Costigliole d'Asti, entrambi trasferitesi da ragazzi sotto la Mole. Un giorno si conoscono e nel 1960 decidono di sposarsi, per poi prendere cinque anni dopo "Il Piolino". Ad attribuire questo nome al locale sono stati gli stessi clienti, per distinguerlo da un altro più grande situato nella stessa via, soprannominato invece "Piola". Sempre loro hanno regalato a Roberto e Gabriele, figli di Piera e Giovanni ed attuali gestori, la scritta che capeggia su uno dei muri. Un pensiero per i 50 anni.
Un locale nato, cresciuto e cambiato insieme alla città. All'inizio "Il Piolino" era infatti una sorta di tipica osteria degli anni '70, che offriva ai clienti vino sfuso e per un certo periodo anche piatti della tradizione. A cucinarli la mamma Piera, che ancora oggi prepara panini con acciughe e burro che spingono Marta ad attraversare la città per gustarli.
Dopo aver passato anni a giocare nel cortile dietro le cucine, correndo per quelle strade della Torino degli anni '70 dove ogni quartiere era un piccolo paese protetto, Roberto e Gabriele decidono di entrare nell'impresa di famiglia. Quest'ultimo, nel 1985, frequenta uno dei primi corsi da sommelier. Un pioniere delle attuale modo di bere, convinto che ai clienti si debba offrire vino di livello a prezzi contenuti. Agli avventori iniziano ad offrire etichette selezionate, ad "educare" i palati.
"Bisogna tenersi fuori dalle mode", spiega Roberto, "per continuare a lavorare. Noi abbiamo voluto sempre offrire prodotti di qualità, adatti a tutti i "ceti". Se entri in questo angolo di storia sabaudo all'ora dell'aperitivo vedi l'operaio, seduto accanto al professionista della collina e allo studente universitario. Perché è questo il vero segreto del "Piolino", di Roberto e Gabriele: far sentire tutti a casa. Perché quando varchi la porta a vetri pensi semplicemente che tutti ti stessero aspettando.





















