20.500 spettatori per un incasso totale di 340 mila euro: è questo il bilancio dello Juventus Stadium al termine di Italia-Olanda.
Una risposta a metà, insomma, quella del pubblico torinese alla chiamata della Nazionale, per una partita che lascia a metà anche la soddisfazione di tifosi e giocatori per una vittoria svanita nei minuti finali. Le compagini guidate dai Ct Mancini e Koeman si dividono la posta al termine di un match non proprio amichevole (cinque ammoniti ed un espulso) giocato in uno stadio mezzo pieno (o mezzo vuoto, che dir si voglia). Restano comunque le buone indicazioni fornite da una squadra, quella di Mancini, che va ricordato si trova all'inizio di una fase di risalita tutt'altro che semplice dopo il fallimento della gestione Ventura. Prospetti come quelli visti all'opera stasera, Perin e Chiesa su tutti, lasciano ben sperare.
Tornando al rapporto tra Torino e la maglia azzurra è bene sottolineare i miglioramenti rispetto a quel triste Italia-Macedonia disputato all'Olimpico e culminato con i fischi alla squadra (e le contestazioni il giorno successivo fuori dall'albergo che ospitava gli azzurri), preludio al disastroso playoff con la Svezia. Il rapporto è dunque nettamente migliorato anche grazie ai tanti bambini presenti e questa sera in maniera attiva, ma serviranno altre occasioni per capire quanto l'amore tra una delle città protagoniste del calcio nostrano sia concreto. Intanto ecco quanto vissuto stasera nello stadio della Juventus.
Il primo a prendere confidenza con l'atmosfera è Mattia Perin, promesso sposo bianconero, pronto a vivere ciò che si può considerare un anteprima di quello che sarà l'ambiente di casa sua nei prossimi anni: applausi per lui e per gli altri portieri, Donnarumma e Sirigu, che lo accompagnano per il riscaldamento. Poco dopo ecco l'ingresso dell'Olanda, accolta prima da qualche timido fischio e poi dall'indifferenza assoluta. Seguono altri applausi, quelli per l'entrata in campo degli Azzurri, accompagnata dalle note di Jovanotti e dalla sua "Il più grande spettacolo dopo il big bang" che da queste parti risuona abitualmente durante il riscaldamento della Juventus: l'effetto dello stadio non è lo stesso di quando entrano i padroni di casa, ma c'è comunque partecipazione da parte del pubblico.
Alla lettura delle formazioni, protagonisti assoluti i tanti bambini presenti sugli spalti (nel complesso vuoti) dell'impianto torinese: i giovani tifosi si fanno infatti sentire ogni qualvolta lo speaker li chiama in causa e i decibel si alzano soprattutto quando è il turno di pronunciare il nome di Balotelli. Dopodiché spazio all'ingresso in campo delle due squadre e agli inni nazionali, con l'inno di Mameli cantato a squarciagola dai numerosi (almeno loro) piccoli tifosi azzurri.
La prima emozione dopo appena tre minuti, ed è subito gol: entusiasmo sulle tribune per la zampata vincente del "gallo" Belotti ma, con lo stadio esultante e tanto di speaker a scandire a gran voce il nome del bomber del Toro, arriva la segnalazione dell'assistente dell'arbitro Bezborodov che vanifica il vantaggio e la felicità del pubblico. Poco male, sale l'urlo "Italia, Italia" e si riprende a giocare. Il primo tempo scivola via senza grandi emozioni fino a poco dopo la mezz'ora quando l'Italia sfiora per ben due volte il gol: prima con Belotti che da buona posizione centra il portiere olandese Cilessen, poi con Verdi che spara altissimo a pochi metri dalla porta avversaria. Le palle gol, seppur fallite, tornano ad accendere il tifo (fino a quel momento presente con puntualità solo per infastidire i rilanci del portiere avversario con la solita parolina di cinque lettera ben scandita) e riecco il "Po-po-po" tanto caro al mondiale 2006, quello della quarta coppa portata a casa. Bisogna tornare indietro di "appena" dodici anni, viste le condizioni attuali della Nazionale sembra almeno un secolo fa...
Con l'intervallo ormai prossimo ancora Verdi, per nulla pago, sciupa un'altra occasione: decisiva la deviazione del numero uno avversario. Sugli sviluppi del calcio d'angolo seguente Criscito svetta più in alto di tutti e stavolta sembra davvero fatta, l'intervento sulla linea di Vormer però strozza nuovamente l'urlo dello Stadium. Sul ribaltamento di fronte si esalta Perin, seppur a gioco fermo, con due interventi di pregevole fattura. Tutto reso inutile da un fallo in attacco degli olandesi, tranne gli applausi per l'estremo difensore dalla folta chioma. Si va al riposo sullo 0-0.
Ad inizio ripresa è più Olanda che Italia, il Ct Mancini decide allora di smuovere le acque e manda in campo De Sciglio e Chiesa al posto di Zappacosta e Verdi. Il prato dello Stadium riabbraccia anche Simone Zaza, grande protagonista da queste parti con la Juventus prima di trasferirsi in Spagna: fuori Belotti tra gli applausi e spazio all'attaccante del Valencia. Proprio grazie a due dei nuovi innesti arriva il tanto atteso gol degli Azzurri: spunto di Chiesa sulla destra, traversone sul quale Zaza si avventa ribattendo in rete la respinta di un difensore avversario. Finalmente può esplodere la gioia sia in campo che sugli spalti, un'euforia che dura però qualche istante: alla ripresa del gioco Criscito è costretto ad atterrare Babel lanciato a rete. Per l'arbitro nessun dubbio, è fallo da ultimo uomo e così il numero 4, uno dei migliori nella squadra italiana, saluta anzitempo la contesa. Sulla punizione seguente, calciata da Depay, Perin è attento e disinnesca la minaccia.
Complice l'inferiorità numerica, la Nazionale si copre con l'ingresso di Bonucci al posto di Insigne. Per il capitano del Milan, ma soprattutto grande ex della Juve, l'accoglienza di gran parte dello Stadium è tutt'altro che dolce: fischi per lui, evidentemente provenienti di una buona fetta di pubblico di fede bianconera presente sugli spalti. In 10 l'Italia soffre, ci vuole un grande Perin per salvare il risultato. Il volo del (quasi) ex genoano sulla botta di Berghuis è da applausi.
Nei minuti finali, Chiesa prova a sfruttare una ripartenza: Cilessen si oppone con i piedi. Mancato il raddoppio, in extremis arriva la beffa: Akè infatti firma il pareggio dell'Olanda al minuto 88. Ancora il numero 15 orange potrebbe addirittura siglare un clamoroso ribaltone qualche istante dopo, manca però l'appuntamento con la sfera. Una vittoria per gli olandesi, onestamente, sarebbe apparsa fin troppo esagerata. Finisce 1-1, un risultato che lascia un pizzico di amaro in bocca.