Otto donne su dieci che subiscono ricatti o violenza o molestie sul luogo di lavoro non lo denuncia e nemmeno ne parla con i colleghi. Fino ad arrivare al 34% di donne che sono costrette a dimettersi o che vengono licenziate (oltre l'11% dei casi). In pratica, quasi una su due rischiano di perdere il proprio impiego.
Non solo una tendenza, ma una vera emergenza, cui i sindacati piemontesi di CGIL CISL e UIL vogliono porre rimedio, almeno in parte, dando vita alle cosiddette "Antenne contro la violenza di genere nei luoghi di lavoro".
Si tratta di uno strumento per dare attuazione, a partire dalla sigla dell'accordo contro la violenza siglato con Confindustria Piemonte, all'impegno assunto sul territorio, con l'obiettivo di allargarlo alle altre organizzazioni di rappresentanza datoriali regionali. Il progetto fa parte degli obiettivi unitari condivisi già a partire dal maggio 2017: il superamento del gender pay gap, il contrasto alla violenza di genere e la sicurezza di genere nei luoghi di lavoro.
Per ora il progetto è rivolto a un 'gruppo pilota' di RSU/RLS con l'obiettivo di introdurre nell'ambito dell'attività tradizionalmente svolta il tema della prevenzione e contrasto delle violenze di genere nei luoghi di lavoro. Gli RSU/RLS coinvolti appartengono a tutti i comparti lavorativi, pubblici e privati e saranno formati per svolgere un’attività di prevenzione partendo dai compiti ad essi assegnati dal Testo Unico 81 e dalla norme vigenti.
La formazione partirà nel 2019, e vedrà come formatori i soggetti istituzionali competenti, le istituzioni e CGIL CISL UIL. Il Progetto ha ottenuto il patrocinio della Consigliera di Parità Regionale ed è avviato in collaborazione con la Commissione Regionale Pari Opportunità che ha messo a disposizione un finanziamento.
E un'iniziativa che arriva in un mese di novembre che ha particolare rilevanza, perché proprio il 25 è il giorno dedicato al ricordo e alla lotta contro la violenza sulle donne e i generi.