"Evviva!!! Il processo d'appello ha parzialmente rovesciato il primo grado di giudizio e accolto il ricorso dei fattorini contro Foodora. Finalmente il giudice ha riconosciuto alcune semplici verità: chi è diretto e organizzato da un datore che trae profitto dalla sua fatica, è un lavoratore, a tutti gli effetti subordinato. Altro che lavoretti". Lo affermano il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali e il capogruppo di Leu alla Regione Piemonte, Marco Grimaldi.
"Se per aver protestato - proseguono i due esponenti della sinistra - si perde la possibilità di continuare a lavorare significa che si è stati licenziati. Se ciò è avvenuto a causa delle proprie idee sgradite, si tratta di discriminazione e si ha diritto a essere indennizzati".
"E questo a prescindere dal fatto che vi sia di fatto un caporalato digitale che fa a meno dei contratti collettivi - concludono Fratoianni e Grimaldi - e paga a cottimo. Un passo alla volta. Ma questo è un passo importante per il riconoscimento dei diritti sacrosanto di persone che nel nome di una falsa modernità di fatto sono e sono stati i nuovi schiavi del terzo Millennio...".