Una "preoccupazione per il principio costituzionale della libertà di ricerca e della sua crescente messa in discussione". Così l'Università di Torino commenta l'ordinanza del Consiglio di Stato che ha imposto la sospensione del progetto "Light up", che punta ad aumentare la conoscenza sulle carenze visive umane e che utilizza alcuni macachi nelle attività di sperimentazione.
"Le prove che sono state richieste dal Consiglio di Stato - prosegue l'ateneo di via Po - sono già state presentate a tutti gli organi competenti in occasione dell'iter per ottenere le autorizzazioni per la selezione e il finanziamento del progetto".
La situazione, peraltro, si va a sommare a un'altra preoccupazione in ambito accademico: "la rapida degenerazione del clima mediatico, a causa della lesione dell'immagine pubblica della ricerca che è ingiustificata. Speriamo che la libertà di ricerca pubblica venga presto riaffermata con chiarezza, da parte delle istituzioni: i ricercatori hanno sempre operato nel totale rispetto del quadro normativo ed etico, nazionale e internazionale, rappresentando un'eccellenza per la nostra Università". E concludono, dall'ateneo: "Il disegno sperimentale riduce entro rigorosi parametri fisiologici le eventuali sofferenze".
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