Inquinamento e qualità dell'aria ai tempi del Coronavirus. Ne ha parlato il comitato Torino Respira ieri mattina, nel corso di un webinar coordinato dal presidente Roberto Mezzalama, per fare chiarezza sull'effettiva riduzione delle polvere sottili in questo periodo di restrizioni.
Mezzalama ha presentato in particolare l’analisi dei dati di biossido di azoto (NO2) e di particolato fine (PM10) prima e dopo i provvedimenti di limitazione degli spostamenti, nello specifico nei periodi pre chiusura scuole (6 febbraio – 21 febbraio), post chiusura scuole (22 febbraio – 10 marzo) e post chiusura attività commerciali (11 marzo – 26 marzo).
Le fonti dei dati sono il "Sistema di Rilevamento della Qualità dell'Aria" della Regione Piemonte, i dati sulla mobilità a Torino di 5T Stl, i dati meteo dalla Stazione Meteorologica di Fisica dell'Atmosfera, Dipartimento di Fisica - Università degli Studi di Torino e l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA).
Le conclusioni dell'analisi mostrano che riduzione della concentrazione media degli inquinanti nel periodo successivo all’introduzione delle misure di controllo è stata del 49% per NO2 e del 53% per PM10, mentre nel quinquennio precedente è stata del 18% e del 33%. Questo significa che la variazione registrata nel 2020 è stata nettamente superiore a quella avuta a causa dell’evoluzione delle condizioni meteorologiche nel quinquennio precedente. Inoltre, la diminuzione del traffico tra il 26 e il 10 marzo è stata del 22% in termini di chilometri percorsi, del 25% in termini di veicoli circolanti a livello cittadino e del 55% nella ZTL. Mentre l’andamento dei consumi di combustibile da riscaldamento non è ancora valutabile a livello locale.
"Le nostre conclusioni - sintetizza il Comitato Torino Respira - sono allineate a quelle alle quali è giunto uno studio condotto dal Sistema Nazionale della Protezione dell’Ambiente, che ha stimato una riduzione delle concentrazioni di NO2 per il Piemonte pari al 50%. Questo studio ha integrato per la prima volta i risultati dei rilievi satellitari del programma Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea con quelli delle stazioni di rilevamento a terra in tutto il bacino padano".