"Non ho nessuna difficoltà a definire la 'ndrangheta una montagna di merda". Così il consigliere Domenico Garcea è intervenuto questo pomeriggio in commissione Legalità, dopo le polemiche che lo avevano travolto negli scorsi giorni. Il caso era esploso quando l'ex parlamentare dem Davide Mattiello aveva sollevato la questione del legame di parentela tra l'esponente di Forza Italia e Onofrio Garcea, condannato in via definitiva per associazione di stampo mafioso. Il Pd metropolitano aveva più volte sollevato dubbi sull'opportunità della sua presenza in Commissione Legalità.
Garcea: "Totale distanza da organizzazione criminale"
Garcea ha deciso però di non fare un passo indietro, ribadendo poi la sua "totale ed incondizionata distanza da qualsivoglia organizzazione criminale mafiosa, camorristica ed ivi compresa la ‘ndrangheta". Garcea ha poi ricordato come la sua nomina in commissione Legalità sia stata "votata all'unanimità, credo proprio per l’onestà e la trasparenza che hanno da sempre caratterizzato la mia vita privata e il mio impegno politico".
"Garantismo non è un distintivo da mostrare per convenienza"
E sulle polemiche emerse a mezzo stampa, Garcea ha sottolineato come oltre alla "sua immagine pubblica e privata", ne esca danneggiata anche "la credibilità dell'istituzione". E ieri sulla vicenda era intervenuto anche il sindaco Stefano Lo Russo, che aveva parlato di "giusta dose di garantismo che deve regolare i rapporti politici". Un appello, come sottolineato oggi dal consigliere di Forza Italia, "elemento imprescindibile in ogni Stato di Diritto a tutela della libertà di ogni singolo cittadino, quindi anche del sottoscritto. Non un distintivo da mostrare a seconda delle convenienze".













