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Sanità | 14 aprile 2023, 16:06

Liste d’attesa, il Nursind lancia l’allarme: “Migliaia di prestazioni sanitarie a rischio”

Dopo il decreto Milleproroghe è caos: “Tariffa oraria ridotta, ma il recupero delle prestazioni è su base volontaria: tantissimi professionisti non aderiranno”

infermieri - foto d'archivio

Liste d’attesa, il Nursind lancia l’allarme: “Migliaia di prestazioni sanitarie a rischio”

Il recupero delle liste d’attesa rischia di non procedere a passo spedito, come sperato. E’ questo l’allarme lanciato dal sindacato Nursind che, preoccupato, ha scritto una lettera alla Regione Piemonte chiedendo dei chiarimenti.

"Migliaia le prestazioni a rischio" 

Migliaia di prestazioni sanitarie sono a rischio” è il monito lanciato da Giuseppe Summa, segretario Nursind Torino.

Il Decreto Milleproroghe prevede infatti che le regioni possano utilizzare lo 0,3% del finanziamento indistinto del fondo sanitario. La Regione Piemonte ha comunicato alle Asl di procedere al recupero delle liste di attesa internamente e attraverso l' acquisto di prestazioni da erogatori privati, ripartendo il 75% del fondo disponibile a ogni azienda sanitaria. Non solo: in passato era indicato un finanziamento e tariffe orarie specifiche per medici e infermieri impegnati nel piano di recupero. Oggi non è più cosi.

Summa: "Situazione allarmante" 

E dei 25 milioni di euro annunciati dal presidente Cirio - fanno sapere dal Nursind - ne sono stati ipotizzati solo 19. Se a ciò si aggiunge che molte aziende non sono ancora partite con una pianificazione del recupero delle liste di attesa e che siamo alle porte del periodo estivo, la situazione è alquanto preoccupante” afferma Summa.

La tariffa oraria verrà ridotta

La tariffa oraria verrà quindi ridotta a 20 euro l’ora, un problema non da poco considerato che le prestazioni per il recupero delle liste di attesa sono su base volontaria: “Moltissimi professionisti non aderiranno agli eventuali piani di recupero, aumentando ulteriormente la migrazione di cittadini dal pubblico al privato”.

Abbiamo scritto alla Regione Piemonte, chiediamo chiarezza” concludono dal sindacato.

Andrea Parisotto

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