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Videogallery | 19 settembre 2023, 12:12

"Riders on the storm", un evento per spalancare le porte sui drammi di chi consegna cibo e spesa [VIDEO]

Orari, infortuni, contratti, ma anche caporalato e sfruttamento. Bonucci (Nidil Cgil): "Fare rete sul territorio per far emergere il disagio". Appuntamento il 7 ottobre al Bunker

sindacati e riders on storm

"Riders on the storm", spalancare le porte sui drammi di chi consegna cibo e spesa

Cinque euro di biglietto, come minimo, ma anche la possibilità di donare via Internet sulla piattaforma di Gofundme.com. Una raccolta fondi che potrà aiutare la Nidil Cgil Torino a organizzare la tutela e la difesa del mondo dei rider, sempre più diffusi nella nostra società, ma con problemi e drammi emergenti.

"Riders on the storm"

Tutto questo è "Riders on the storm", evento-concerto ospitato al Bunker il prossimo 7 ottobre, dalle 18 a mezzanotte, in via Paganini 0/200. Sul palco, insieme al Dottor Lo Sapio, gruppi come Fratelli di Soledad, Rimozione, Medusa e Magazzino San Salvario. "Un evento importante per il nostro territorio. Siamo I primi in italia ad aver pensato a un momento di evidenza per lavoratori che assistiamo quotidianamente non solo per i contenziosi con le piattaforme, ma anche per il riconoscimento del loro inquadramento", dice Danilo Bonucci, segretario generale Nidil Cgil Torino. 

Contratto vero per far emergere le storture 

"Serve un contratto vero, riconosciuto per ciò che il lavoratore effettivamente fa e che stabilisce un orario di lavoro che vada oltre il momento della consegna", aggiunge. "C'è un mondo sommerso, che in tanti non vedono, ma che in tanti nemmeno vogliono vedere. Ecco perché vogliamo creare una rete di contatti con associazioni, con strumenti come i patronati e dare corpo con chi sta sulla strada a collaborazioni. Per esempio lo abbiamo fatto con la Synergie, che con percorsi di riqualificazione e ricollocazione punta a estrarre queste persone dalla condizione di lavoro povero per costruire un futuro vero".

Razzismo, donne e problema casa

Le difficoltà vanno però anche oltre la mansione in sé. "Tanti rider sono stranieri e spesso faticano a trovare una casa per forme di razzismo latente. C'è chi da mesi dorme da amici, vicino al bagno, su una materassino da mare".

E aumenta anche il numero di rider donne. "Questo apre a nuove difficoltà e storture, senza dimenticare le forme di caporalato. C'è chi affitta il proprio account ad altri per poi riconoscere se va bene il 50% dell'effettiva retribuzione".

La storia di Enrico: "Ho la bici rotta, sono in ferie forzate"

Enrico Francia ha fatto il rider per Glovo e ora per Just Eat. "Ancora oggi ci considerano dei falsi autonomi, ma abbiamo cominciato con altre rsa un percorso di maggiore tutela per i rider subordinati. Ma sotto l'algoritmo e i problemi contrattuali c'è un mondo sommerso: chi non riesce ad affittare casa, chi non riesce a pagare le bollette, chi si affida a palazzinari e si creano contesti di degrado. C'è chi non vede la famiglia da anni perché non può permettersi un biglietto per tornare a casa".

"Io stesso, visto che ho la bicicletta rotta, mi trovo in ferie forzate. Ma c'è molto di più".

La voce dei musicisti: "Fare musica è mettersi a servizio"

"Sarebbe ipocrita negare di aver mai usato il servizio dei rider - dice Dario Lambarelli, voce e leader dei Rimozione - ma sempre con una sensazione di disagio per le condizioni che si trovano ad affrontare. Aderiamo con entusiasmo e consapevolezza".

"Questi nuovi lavori devono essere per forza tutelati - dice Diego Perrone, dei Medusa - e spesso si tratta di lavori che non vengono mostrati in maniera genuina. Penso a come Masterchef racconta un mondo, quello della cucina, che spesso è diverso".

E Stefano Caire, bassista e cantante dei Magazzino San Salvario, conclude: "La musica fine a se stessa non ha senso. Deve avere un valore sociale e questa iniziativa ne è una dimostrazione per non chiudersi nel guscio di musicisti. Dobbiamo stare al servizio".

Massimiliano Sciullo

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