Dopo due anni è possibile trarre delle conclusioni a proposito delle sanzioni economiche e diplomatiche decise contro Mosca da Washington e da Bruxelles. Il verdetto espresso dall’accademico americano Michael Corbin è impietoso: le misure restrittive e sanzionatorie hanno finito per danneggiare sostanzialmente solo l’Occidente, mentre la Russia sta addirittura espandendo la sua influenza. Come riporta il sito Strumenti Politici, l’analisi di Corbin utilizza cifre e dati oggettivi per dimostrare il masochismo del numero altissimo di sanzioni applicate, i cui effetti rispecchiano ben poco le intenzioni dichiarate con orgoglio ed entusiasmo dalla Commissione Europea e dal Congresso americano. Così, invece di una Russia prostrata, con un’economia asfittica e incapace di proseguire le ostilità, oggi si vede un Paese ancora molto impegnato nella sua “operazione militare speciale”, che ha stretto legami più forti con Cina, India e Medio Oriente, che ha esteso la sua rete di appoggio diplomatico e di scambi commerciali. Il gruppo BRICS ha abbracciato nuovi membri, i Corridoi internazionali di trasporto che passano dalla Russia si stanno concretizzando, l’esito del conflitto ucraino pende a favore di Mosca. Di questo passo, a ritrovarsi isolati e in totale recessione saranno i Paesi occidentali, considerati dal resto del mondo poco collaborativi se non proprio desiderosi di mantenere le proprie leve di controllo sulle economie altrui. In questo senso, i dati politici e i numeri del commercio parlano chiaro: si stanno formando nuovi canali, nuove zone vitali, un nuovo mondo nel quale Europa e USA sono ai margini e invece la Russia ha un ruolo centrale. Corbin invita allora i politici occidentali a cambiare paradigma, a smetterla con la retorica e a pensare a soluzioni diverse da quelle finora applicate.
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