La Palestina è protagonista al Salone del libro. Prima, l'intervento del Presidente della Campania Vincenzo De Luca - che ha raccolto un lungo applauso durante l'inaugurazione della fiera parlando di "vergogna delle bombe israeliane" - e, dopo, le proteste degli studenti pro-Pal, prima in Università e poi al Salone. Nel frattempo, nella Sala Internazionale del Salone del Libro, l'incontro dal titolo "Amore e carri armati" ha portato le voci di due autori palestinesi.
Raed Wahesh, poeta e scrittore palestinese è nato in un campo profughi a Damasco, in Siria. Ora vive in Germania ma continua a lavorare come giornalista e scrive della sua gente, di quei palestinesi di cui si è iniziato a sentire parlare davvero solo dopo l'attacco del 7 ottobre. La casa editrice Emuse ha portato in Italia la sua raccolta di poesie "Il libro degli assenti". Ma non ha parlato di questo, Raed, nel suo intervento.
Lo scrittore ha parlato della Palestina e della sua gente, della Cisgiordania dove gli israeliani continuano a espandere le loro colonie e dettare la legge con le armi ("I coloni provano a cancellare un'intera cultura" - ha detto) ma anche dei palestinesi che vivono in Siria e nel resto del mondo arabo, come lui stesso. "Abbiamo un'unica identità - ha spiegato -, hanno creato tanti palestinesi. Siamo simili in molte cose e differenti in altre".
Non era invece fisicamente presente all'incontro Ziad Khaddash, il secondo scrittore. L'insegnante e "novellista" palestinese ha mandato un videomessaggio per presentare la sua raccolta di racconti "Le ferite ci raccontano", sempre edito da Emuse, che racconta della vita in Cisgiordania e delle continue difficoltà dei palestinesi che popolano quella terra.