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Sanità | 16 maggio 2025, 12:35

Cassazione: il tempo di vestizione va retribuito. Nursing Up Piemonte: "Vittoria fondamentale per i diritti degli operatori sanitari"

Il caso nasce da una vertenza aperta da un infermiere in servizio presso un presidio ospedaliero della ASL TO4, difeso dall’avvocato Marco Pascale

Sentenza a favore di Nursing Up

Sentenza a favore di Nursing Up

Con l’ordinanza n. 12519/2025, pubblicata il 12 maggio, la Corte Suprema di Cassazione ha respinto il ricorso della ASL TO4, confermando le sentenze già emesse dal Tribunale di Ivrea e dalla Corte d’Appello di Torino: il tempo impiegato ogni giorno per vestirsi e svestirsi rappresenta lavoro effettivo e deve essere retribuito.

Il caso nasce da una vertenza aperta da un infermiere in servizio presso un presidio ospedaliero della ASL TO4, difeso dall’avvocato Marco Pascale, e riguarda il mancato riconoscimento economico dei dieci minuti giornalieri destinati alla vestizione e svestizione tra il 2018 e il 2020. Un tempo imposto dall’organizzazione aziendale, prodromico all’inizio delle mansioni, e dunque da considerarsi pienamente lavorativo.

«È una vittoria che riguarda tutti gli infermieri, i professionisti della salute e gli operatori sanitari – dichiara Claudio Delli Carri, Segretario Regionale del Nursing Up Piemonte –. La Cassazione ha riconosciuto con chiarezza che il tempo necessario per indossare la divisa non è un’opzione, ma un obbligo imposto dalle aziende sanitarie. E se è obbligatorio, deve essere retribuito».

Una posizione, quella del sindacato, che trova pieno riscontro nella motivazione della Suprema Corte, che ha riconosciuto il valore giuridico del tempo di vestizione come attività lavorativa “eterodiretta e sistematica”.

«Abbiamo sostenuto che, collocandosi al di fuori ed in aggiunta rispetto alla durata del turno, il tempo di vestizione non può dirsi ricompreso nelle cosiddette eccedenze orarie e neppure può, in assenza di espressa richiesta del lavoratore, essere retribuito tramite riposi compensativi – afferma l’avvocato Marco Pascale –. La Cassazione ha accolto integralmente la nostra impostazione, riconoscendo che la tutela dei diritti contrattuali non può essere elusa da prassi organizzative aziendali».

Anche dal territorio, dove la vertenza ha preso origine, arriva la soddisfazione del sindacato.

«Questa sentenza è il risultato di un lavoro sindacale paziente e determinato – commenta Marco Boccacciari, segretario sindacale Nursing Up presso la ASL TO4 –. Per anni abbiamo ascoltato i colleghi, raccolto segnalazioni e portato avanti richieste inascoltate. Oggi arriva un segnale forte e chiaro: il tempo degli operatori ha valore e deve essere rispettato».

Il sindacato Nursing Up Piemonte sottolinea che, secondo la Suprema Corte, il contratto integrativo aziendale non può derogare in pejus al Contratto Collettivo Nazionale. Di conseguenza, i dieci minuti previsti dal CCNL per la vestizione e i cinque per il passaggio di consegne devono essere considerati distinti e cumulabili, non sovrapponibili.

«Questa sentenza apre la strada a una nuova stagione di tutela sindacale – conclude Delli Carri –. Nursing Up è pronto a sostenere ogni infermiere, professionista sanitario e operatore che intenda far valere i propri diritti: il tempo di lavoro deve essere riconosciuto e rispettato, senza scorciatoie e senza interpretazioni arbitrarie».

La ASL TO4 è stata condannata anche al pagamento delle spese legali.

comunicato stampa

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