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Sanità | 29 maggio 2025, 13:16

OPI Torino: "Infermieri di Famiglia e Comunità, risposta chiave ai bisogni del territorio"

L'appello: "Senza una riorganizzazione profonda dell'assistenza territoriale, la sanità pubblica non sarà in grado di reggere le sfide dei prossimi anni"

OPI Torino: "Infermieri di Famiglia e Comunità, risposta chiave ai bisogni del territorio"

"Senza una riorganizzazione profonda dell'assistenza territoriale, la sanità pubblica non sarà in grado di reggere le sfide dei prossimi anni"

È il monito dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino, lanciato in occasione della quarta edizione dell’Open Meeting Grandi Ospedali 2025 (OMGO). Ivan Bufalo, Presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino ha sottolineato con chiarezza la priorità: impiegare in modo appropriato gli Infermieri di Famiglia e di Comunità (IFeC), figura centrale per garantire un’assistenza capillare, prevenire la cronicizzazione delle patologie e ridurre l’afflusso improprio negli ospedali.

Nel primo dei due giorni dell'incontro, tenutosi ieri 28 maggio 2025, a seguito della domanda su come migliorare la gestione territoriale dei pazienti e, al contempo, sostenere gli ospedali nel fornire risposte sanitarie adeguate, Bufalo ha risposto senza esitazioni: «La principale sfida riguarda l’appropriatezza di impiego degli infermieri di famiglia e di comunità (IFeC)».

Un'affermazione, quella del presidente che porta a una riflessione sul ruolo degli IFeC nella risposta ai nuovi bisogni di salute. «Gli infermieri di famiglia e comunità rappresentano la principale e più significativa risposta ai nuovi bisogni di salute della popolazione - dichiara Bufalo - Possono agire proattivamente sulla comunità assegnata attivando iniziative di prevenzione primaria e secondaria, mai realizzate prima, in modo sistematico e compiuto, nel nostro Paese».

 

Attualmente, salvo poche esperienze virtuose, in Piemonte queste figure professionali vengono impiegare in attività che non corrispondono alle competenze previste dal loro profilo. Un'occasione mancata, secondo OPI Torino, che sottolinea come un utilizzo coerente degli IFeC permetterebbe di intervenire precocemente sui pazienti fragili, riducendo le ospedalizzazioni evitabili e migliorando la qualità della vita delle persone.

 

Continua Bufalo: «Se a questo si aggiunge il potenziamento della rete delle Cure Domiciliari attraverso lo sviluppo delle risposte assistenziali avanzate esercitabili autonomamente dagli infermieri ecco che allora si realizzerebbero le condizioni necessarie a realizzare cure appropriate a partire dal domicilio delle persone, senza costringerle a faticose  e dolorose ospedalizzazioni, quando non strettamente necessarie.»

 

A completare il quadro, OPI Torino indica la necessità di un rilancio della medicina generale. Potenziare la rete dei medici di base, ridurre le prescrizioni specialistiche non necessarie e valorizzare il tempo dedicato alla visita e all'intervento terapeutico diretto significa alleggerire il carico sugli ospedali, garantendo risposte più rapide e appropriate per tutti.

 

«Un maggiore sforzo dell'appropriatezza, attraverso meno prescrizioni diagnostiche specialistiche e strumentali, più spazio alla visita dei pazienti e più interventi terapeutici diretti, aiuterebbe senz'altro a decongestionare il sistema, offrendo maggior equità e migliori servizi in tempi più adeguati», conclude Bufalo.

comunicato stampa

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