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Cronaca | 15 giugno 2025, 14:16

Carcere delle Vallette: un'altra aggressione dopo aver dato fuoco alla cella. E' la sedicesima dall'inizio dell'anno

L'allarme del sindacato Osapp, Beneduci: "Si preannuncia un'estate di fuoco"

Ancora un'aggressione all'interno del carcere di Torino

Ancora un'aggressione all'interno del carcere di Torino

Ancora un episodio di violenza presso la casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Nella tarda mattinata di ieri, un detenuto recluso nella 7ª sezione del Padiglione A ha appiccato il fuoco alla propria cella. Non si tratterebbe della prima volta: la stessa persona si sarebbe resto responsabile di episodi simili già in passato.

Durante l’intervento del personale di Polizia Penitenziaria per spegnere l’incendio e mettere in sicurezza l’ambiente, il detenuto ha aggredito uno degli agenti presenti, colpendolo con una gomitata all’altezza dell’occhio sinistro. L’agente ha riportato escoriazioni esterne e una contusione.

Trasportato d’urgenza presso l’ospedale Maria Vittoria, è stato sottoposto a TAC e successivamente trasferito all’Oftalmico per ulteriori accertamenti. Dimesso con una prognosi iniziale di cinque giorni e medicazione a base di cortisone, dovrà effettuare un controllo specialistico entro i prossimi sette/dieci giorni.

Con questo episodio salgono a sedici le aggressioni registrate nel 2025 presso l’istituto torinese, e a ventitré gli agenti feriti.

Le carceri italiane reggono ancora solo grazie all’impegno e ai sacrifici quotidiani della Polizia Penitenziaria, lasciata sola ad affrontare situazioni sempre più estreme. Gli agenti operano abbandonati a se stessi, in sezioni spesso infuocate, sovraffollate e maleodoranti, con numeri di detenuti mai registrati prima - dice il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci -. Le carceri sono ormai allo sbando, l’amministrazione è assente, la politica disinteressata. La spirale di violenza ai danni del personale non si arresta. I nostri appelli alla Presidente Giorgia Meloni e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono rimasti inascoltati. Ma non ci fermeremo: chiediamo con forza un intervento urgente, prima che si arrivi a un punto di non ritorno. Il personale è esausto e non può più continuare a lavorare in queste condizioni".

redazione

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