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Attualità | 23 giugno 2025, 09:56

Da Sidney a Rorà per scoprire dove è morto lo zio che non ha mai conosciuto

Vivere le Alpi ha rintracciato Sean, nipote del pilota della Seconda guerra mondiale Desmond Watson, caduto mentre era in volo sulla Val Pellice

Sean Watson onora la memoria dello zio che non ha mai conosciuto

Sean Watson onora la memoria dello zio che non ha mai conosciuto

Aveva solo vent’anni Desmond Watson, e una passione travolgente per l’aviazione, quando il 12 ottobre 1944 il suo aereo cadde sulla borgata Rumer, sopra Rorà, forse per un sabotaggio dei tedeschi, mentre portava ai partigiani carichi di scorte e speranza. Il nipote Sean non l’ha mai potuto conoscere, ma grazie all’associazione Vivere le Alpi è riuscito a recarsi nel luogo dove suo zio perse la vita durante la Seconda guerra mondiale.

Nato e cresciuto in Australia, in soli tre mesi Desmond ottenne tutti i brevetti che gli permisero di solcare i cieli come pilota volontario della South African Air Force. Era bravo. Lo dicono i documenti e le testimonianze di chi lo ricorda oggi.

Per anni, la sua famiglia non seppe nulla di lui. Sua madre visse nell’attesa e nel silenzio per quattro anni. Solo nel 1948 scoprì che Desmond era sepolto in un cimitero di Milano, accanto ad altri caduti come lui. Ma la sua storia non è stata dimenticata. Sabato 14 giugno, proprio nel luogo dove l’aereo si è schiantato tra i boschi di Rorà, il suo nome è tornato a vivere, nel gesto commosso di Vivere le Alpi, che ha voluto onorarlo.

Luca Grande e Simona Pons sono i componenti dell’associazione pinerolese che, dopo molto tempo di studi e ricerca, sono riusciti a ridare voce alla memoria di Desmond. La loro capacità di indagine li ha premiati, mettendoli in contatto, tramite un forum online dedicato al ricordo dei caduti, con Sean Watson, nipote di Desmond, anche lui da anni alla ricerca di dettagli e informazioni sullo zio caduto in Italia nel 1944.

Da quest’incrocio è nata una commemorazione intima, resa possibile dal viaggio in Italia programmato da Sean e da sua moglie Leisa, che vivono a Sidney.

Una ventina di persone ha preso parte all’evento, raggiungendo a piedi il sito dell’impatto. Erano presenti l’amministrazione comunale di Rorà, la Società di studi rorenghi e l’Anpi della Val Pellice. Ad accompagnare il momento una corona d’alloro con il tricolore, donata dall’associazione Vivere le Alpi e dalla Società storica pinerolese, e una targa commemorativa con il luogo e la data in cui il velivolo è caduto incisi proprio su un resto dell’aereo stesso, donato dalla Società di studi rorenghi.

A rendere ancora più toccante la cerimonia, l’esecuzione de ‘Il silenzio’, suonato da due membri dei Trombettieri della Val Pellice. 

Sean ha portato con sé una fotografia plastificata dello zio, esponendola con emozione sul luogo della caduta. Questa commemorazione, per sua volontà, non è stata un evento solenne, ma qualcosa di più semplice, intimo e profondo. Una restituzione di memoria, una carezza alla storia, un atto d’amore per un ragazzo che amava volare.

Durante il loro soggiorno, Sean e Leisa hanno visitato anche il monumento di Montoso e i rifugi antiaerei di Villar Perosa, luoghi che raccontano da vicino la storia della resistenza e che hanno permesso loro di entrare ancora più in contatto con la memoria di quell’epoca.

Martina De Mieri

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