Dopo l’ennesimo femminicidio avvenuto nella provincia di Torino, quello di Assunta “Susy” Carbone, uccisa a Rivalta dal suo compagno Alessandro Raneri, i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Torino alzano la voce con un appello forte e chiaro: “Basta violenza sulle donne. Serve una rivoluzione culturale e un impegno concreto e collettivo”.
Non si tratta, denunciano le sigle sindacali, di episodi isolati. “Come Susy, molte, troppe donne sono vittime di violenza, spesso per mano di ex compagni, amanti o mariti che non accettano la libertà e l’autonomia delle proprie partner”. Uno schema purtroppo noto, che si ripete tragicamente con caratteristiche ricorrenti: uomini che non tollerano la fine di una relazione e trasformano il rifiuto in odio letale.
La prossima settimana l'autopsia
Intanto, sarà eseguita la prossima settimana l'autopsia sul corpo di Assunta 'Susy' Carbone: l'esame autoptico è stato disposto dalla Procura di Torino, come riporta l'agenzia di stampa Ansa. Le indagini, coordinate dalla pm Emma Panzè, sono condotte dai carabinieri del Comando provinciale che stanno cercando l'arma usata per compiere quello che è l'ennesimo femminicidio registrato in Piemonte dall'inizio dell'anno.
Dopo aver ucciso la compagna, Raneri si è tolto la vita lanciandosi nelle acque del lago Grande di Avigliana, dove è stato trovato nella mattinata di giovedì. I militari hanno passato al setaccio l'appartamento di via XXV Aprile 23 alla ricerca di un oggetto compatibile con le ferite riportate dalla vittima, in particolare nella zona della nuca.
Non si esclude che l'arma del delitto possa essere stata gettata nel lago o nei pressi del luogo dove l'uomo si è suicidato.
I sindacati alzano la voce
In un comunicato congiunto firmato da Elena Ferro (CGIL Torino), Cinzia Pietrosanto (CISL Torino e Canavese) e Teresa Cianciotta (UIL Torino e Piemonte), si sottolinea l’urgenza di un cambio culturale radicale, a partire dalle scuole fino ai luoghi di lavoro e all’intera società. “Siamo stanche di assistere a eventi tanto gravi che riteniamo in massima parte evitabili”, scrivono.
I sindacati ricordano di aver già promosso accordi e iniziative nei luoghi di lavoro per prevenire e contrastare la violenza di genere. Ma da sole, queste azioni non bastano. Senza una cultura diffusa del rispetto e una rete capillare di accoglienza e protezione per le donne che denunciano, non si potrà mai porre fine a questa emergenza.
Prevenzione e formazione
La proposta dei sindacati è chiara: attivare laboratori e percorsi formativi nelle scuole medie e superiori sui temi della parità di genere, della prevenzione alla violenza, del rispetto delle relazioni e dell’educazione all’affettività. Si punta a creare una consapevolezza nuova nei giovani, affinché imparino fin da subito a riconoscere e rifiutare ogni forma di prevaricazione.
Ma non solo. La prevenzione deve coinvolgere anche il mondo adulto, con un lavoro mirato sugli uomini, per decostruire stereotipi tossici e modelli patriarcali che ancora dominano. Una cultura del possesso e della supremazia maschile che, nei casi più estremi, degenera in violenza e morte.
Per questo Cgil, Cisl e Uil propongono anche l’istituzione di un tavolo di monitoraggio congiunto sul territorio, capace di verificare gli interventi attuati sia negli ambienti di lavoro che nei contesti urbani, per intercettare segnali di rischio e offrire risposte tempestive.