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Economia e lavoro | 04 luglio 2025, 15:40

Leggera crescita per l'economia piemontese, ma il crollo dell'auto trascina l'export verso il basso

Il report Ires sul 2024 ha delineato una crescita del pil Regionale dello 0,6% e l'aumento dell'occupazione. Restano criticità su giovani e ambiente

Il report Ires sul 2024 ha delineato una crescita del pil Regionale dello 0,6%

Il report Ires sul 2024 ha delineato una crescita del pil Regionale dello 0,6%

L'economia piemontese regge, nonostante la forte crisi dell'automotive. Questa la situazione del 2024 volendo sintetizzare al massimo il rapporto Ires (l'Istituto di ricerche economico sociali del Piemonte). Scendendo più nel dettaglio: la crescita c'è ma è leggera, in linea col resto del nord Italia, l'occupazione aumenta e alcuni settori vanno bene e altri male. Criticità emergono invece sulle condizioni dei giovani e dell'ambiente.

Il Piemonte regge nonostante la congiuntura incerta

"Emerge un Piemonte che regge il colpo e continua a crescere in un ambito di grandi turbolenze e difficoltà internazionali - ha spiegato il presidente di Ires Piemonte, Alessandro Ciro Sciretti -. È un territorio che resiste, ha grande forza ed è certo che le questioni sono complesse ed è necessario comprenderle e approfondirle per capire come programmare il futuro. Il sistema nettizzato dall'automotive funziona molto bene, chiaro che arriviamo da una storia che non si può cancellare con un colpo di spugna e non sarebbe il caso di farlo. Il tema demografico è complesso: siamo in un momento storico che ci mette in trappola, incentivare le nascite ha bisogno di tempo. Il lavoro che dobbiamo cercare di fare è mantenere le competenze e le persone sul territorio offrendo opportunità, per cercare di conservare il patrimonio che già si ha".

Pil su a 0,6%, export in calo per l'auto

La crescita del pil Regionale è stata nel 2024 pari allo 0,6%, in linea con le altre regioni del nord Italia, quando nel 2023 la crescita era stata solo dello 0,3%. I settori manifatturieri hanno registrato crescite o stabilità ma la crisi dell'automotive ha comunque trascinato in basso le esportazioni regionali, calate nel 2024 del 4,9% (-21,3% nel settore mezzi di trasporto). Bene invece il turismo, la logistica e l'agricoltura. Le unità di lavoro sono aumentate del 2,3% e la disoccupazione è scesa al 5,4%, quando la media nazionale è del 6,5% e nel 2020 era del 7,6% in Piemonte. I NEET - cioè i giovani che né cercano lavoro né studiano - sono calati al 9%, la metà rispetto al periodo pandemico. Le previsioni indicano che la disoccupazione dovrebbe restare intorno al 5% nel 2025 - 2026 e che l'occupazione nella fascia 15-64 anni, nel 2027, dovrebbe assestarsi al 70,4%.

Aerospazio, semiconduttori e microelletronica

Guardando al futuro, come sottolineato dal ricercatore Santino Piazza, si nota una crescita di alcuni settori su cui è necessario investire affinché diventino sempre più importanti all'interno dell'economia piemontese. Si tratta di aerospazio, semiconduttori e microelettronica che, insieme a logistica, servizi a elevata intensità di conoscenza, settore biomedicale, delle rinnovabili e della chimica verde potranno in parte compensare il calo dell'automotive e proiettare in avanti la Regione. In sintesi, è un mercato in trasformazione. "È un territorio che sta attraversando la transizione industriale - ha commentato il vicesindaco della Città Metropolitana Jacopo Suppo - e che sa fare rete ma soprattutto sa industrializzare i processi. È attrattivo nei confronti dei ragazzi ma il passo successivo è farli rimanere, in questo tessuto che ha nel DNA la capacità di fare impresa".

Cresce la popolazione, ma i giovani fuggono

A livello demografico, la popolazione piemontese è cresciuta di 4000 abitanti nel 2024, nonostante l'inarrestabile calo delle nascite, ma è evidente la fuga di competenze giovanili. Le cause sono infatti da trovare nell'aumento della speranza di vita, che ha raggiunto gli 83,4 anni (ma diminuiscono a 59 gli anni in buona salute) e nei flussi migratori. Il saldo migratorio è positivo in generale, ma è in aumento il numero di giovani laureati che emigrano e non pensano di rientrare. Inoltre solo il 25% dei piemontesi possiede almeno una laurea o un diploma di tecnico superiore, a fronte del 40% della media UE, rendendo difficile la ricerca di giovani qualificati da parte del sistema produttivo.

Male sul benessere mentale

Riguardo la salute, da segnalare il benessere mentale, inferiore in Piemonte rispetto alla media nazionale. Soprattutto per le donne, con una forbice di genere superiore al resto del nord Italia. Anche tra i giovani, il consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica tra gli studenti è superiore alla media nazionale.

"Offrire una lettura approfondita delle trasformazioni economiche, demografiche e sociali in atto - ha commentato l'assessore regionale agli enti locali Enrico Bussalino - significa dare ai sindaci, alle Province, alle Unioni di Comuni elementi concreti per programmare il futuro con maggiore consapevolezza e visione".

"I dati dimostrano che il Piemonte è tornato a creare occupazione vera e stabile - ha dichiarato il vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Piemonte Elena Chiorino - gli oltre 110 mila posti di lavoro in più rispetto al periodo pandemico e un tasso di disoccupazione tra i più bassi in Italia sono il segno inequivocabile che le nostre politiche per il lavoro stanno dando frutti concreti. Oggi il Piemonte è più competitivo e lo è grazie a investimenti mirati, formazione di qualità, filiere strategiche e un tessuto produttivo che non si arrende mai".

Francesco Capuano

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