La malattia renale cronica (MRC) è una patologia in aumento che coinvolge milioni di persone in Italia e nel mondo (si stima il 7-10% della popolazione), spesso senza sintomi evidenti fino agli stadi avanzati. L’attuale sfida da affrontare è quella di rallentarne la progressione e al tempo stesso riuscire a gestire le persone negli stadi più avanzati.
“Con questo PSDTA – spiega il Direttore della S.C. Nefrologia e Dialisi, dott. Gianluca Leonardi – intendiamo garantire una presa in carico tempestiva ed efficace dei pazienti, riducendo le complicanze e rallentando la progressione della Malattia Renale per evitare di dover ricorre a dialisi e/o trapianto. Inoltre l’obiettivo è migliorare l’appropriatezza delle visite nefrologiche e creare una rete di collaborazione reciproca con i medici di medicina generale”
Il PSDTA (Percorso Sanitario Diagnostico Terapeutico e Assistenziale) si inserisce nelle azioni di presa in carico della cronicità promosse dalla Regione Piemonte e consiste nella stesura di un documento di attuazione delle indicazioni delle Linee Guida a livello delle realtà locali.
All’interno dell’ASL TO5 è stato costituito un gruppo multiprofessionale composto da medici specialisti, medici di medicina generale, infermieri ospedalieri e territoriali, farmacisti, assistenti sociali, psicologi e dietisti, che ha avviato i lavori a marzo 2023. Il percorso è partito da un’attenta analisi dell’organizzazione esistente, per poi svilupparsi attraverso tre sottogruppi tematici, ciascuno incaricato di approfondire e redigere una specifica sezione del documento. Il risultato di questo lavoro sinergico è stato il documento finale del PSDTA, approvato con deliberazione dal Direttore Generale.
Il gruppo di lavoro, eterogeneo per competenze, ha saputo integrare visioni diverse al fine di organizzare nel territorio dell’ASL TO5 la modalità di presa in carico e la gestione del paziente affetto da MRC. Un valore aggiunto è stato il contributo offerto da un rappresentante delle associazioni dei pazienti (ANED: Associazione Nazionale Emodializzati e Trapiantati) che ha suggerito osservazioni dettate dal punto di vista degli utenti nel rispetto delle esigenze di vita reale.
L’analisi documentale delle più recenti Linee Guida è stata svolta in prima persona dalla dott.ssa Daniela Finocchietti, nefrologa coordinatrice del gruppo di lavoro, impegnata quotidianamente nella attuazione del PSDTA all’interno della S.C. di Nefrologia e Dialisi dell’ASL TO5.
Il perno organizzativo alla base del presente lavoro è la consolidazione di una rete già esistente di collegamento tra ospedale e territorio, con possibilità per i medici di medicina generale dell’ASLTo5 di accedere alla S.C. Nefrologia e Dialisi tramite contatto e-mail aziendale per l’ottenimento di una prima presa in carico con valutazione nefrologica per i propri assistiti, sottoforma di “teleconsulto”. Tale modalità organizzativa, supportata operativamente dall’attività di alcuni infermieri del servizio della S.C. Nefrologia e Dialisi, consente il miglioramento dell’appropriatezza delle visite nefrologiche in presenza, con la possibilità di richiesta preventiva di documentazione o esami di completamento, evitando accessi inutili o con valutazioni parziali o riaffidando al medico di medicina generale i casi a minor rischio di evoluzione.
“Questo documento rappresenta un esempio virtuoso di integrazione tra ospedale e territorio” – dichiara il Direttore Generale dell’ASL TO5, Bruno Osella – “E dimostra come un lavoro sinergico, partecipato e multidisciplinare possa portare a risultati concreti e misurabili per la salute dei cittadini. Il PSDTA per la Malattia Renale Cronica è un passo importante verso una sanità più vicina ai bisogni delle persone e capace di affrontare le sfide della cronicità con competenza e innovazione.”
Altri punti di forza del documento sono la prevenzione della MRC e la descrizione delle modalità di presa in carico dei casi di MRC avanzata che prevede l’avvio di trattamento dialitico o immissione in lista trapianto, l’accesso a valutazioni psicologiche, dietistiche o il riferimento ai servizi assistenziali. Il percorso prevede anche l’organizzazione di incontri tra cittadinanza e persone con fragilità, per abbattere lo stigma e favorire una reale inclusione sociale.